domenica 8 settembre 2013
L'UOMO DELLE STELLE
-Che strana estate era stata quella !
pensò Giulia mentre, con aria assonnata, finiva di riporre gli ultimi teli del mare, nell'armadio odoroso di mughetto selvatico.
Pareva ieri che era finita la scuola, ed un vociare festante di bambini annunciava vacanze.
Vacanze per chi ? Non certo per lei, che con fare coraggioso si ostinava a tenere in piedi il bed & breakfast di famiglia.
La Casa del Sole, così l'avevano chiamata quella piccola villetta rustica di tre piani, arredata con cura da nonna Tina quando, suo malgrado, era stata costretta ad affittar parte della casa ad estranei per arrivar a fine mese, dopo la morte improvvisa del marito.
Un piccolo nido a pochi passi dal mare, in una frazione sconosciuta ai più, che per questo godeva ancora di una pace silenziosa.
Un luogo dove rifugiarsi per pensare, che accoglieva ogni anno famiglie cinguettanti , curiose di esplorare il laghetto delle cicogne, ubicato non molto lontano e meta incessante di osservazione naturalistica.
In quella strana estate che aveva tardato ad arrivare ... ma poi era stata implacabilmente torrida.
In quell'estate di giudizi e di sentenze, di proteste e di rivolte.
Un estate in cui veniva al mondo un baby reale, mentre per molta gente di reale c'era solo la difficoltà d'arrivar a fine mese.
In quell'estate di crisi, politiche, economiche, ma spesso anche personali, Giulia sentiva, come tanti, la necessità impellente di fermarsi a riflettere, per ritrovare quella parte perduta di sé e riuscire, finalmente, a poter andare "oltre".
Si fermò ad ascoltare : fuori le risate dei bambini, intenti a tirar gavettoni, nell'ultimo giorno di vacanza, la riportarono alla realtà.
Era ora di preparar la tavola per la cena, gli ospiti sarebbero andati via l'indomani.
Eugenio, che dei bimbi era il più curioso, incessante monello di 6 anni che sfiniva i genitori con le sue domande assurde, sulla vita e sul perché delle cose, arrivò correndo in soggiorno, e indicando il cielo oltre la finestra, guardò Giulia con fare esperto e risoluto, e così le parlò :
"Ho notato che tieni sempre chiusa una stanza nella villa. Questa sera potresti aprirla per me ? "
La ragazza impallidì non sapendo che dire, poi, ripresasi, rispose : "Quella stanza apparteneva a mio papà, era il suo studio, posso sapere a che ti serve entrarci ? ".
Il bimbetto allora tirò fuori da una borsa, un iPad nuovo fiammante ed, esibendolo come un trofeo, toccò lo schermo mostrando un'immagine della Terra e spiegò :
" Questa è una foto dell'uomo delle stelle. Che ogni giorno, lassù dal cielo, ci invia immagini del nostro pianeta.
L'altro giorno ci ha mostrato un lago, che brillava come un gioiello tra Francia e Svizzera,
poi un tramonto sullo Stretto, con gli sbuffi dell'Etna a venire su nel cielo.
Le acque del San Lawrence, che si tingono di sfumature viola, e corsi d'acqua dorati, al tramonto, vicino Odessa.
La Sicilia, piena di luci, di notte, lui l'ha chiamata "un faro per questo viaggiatore", forse perché a volte lassù in alto, lontano dai suoi cari, sente il bisogno di vedere qualcosa di familiare.
E chissà se qualche volta, stringendo due quadrati di stoffa colorati delle sue bambine, quando la stazione spaziale è passata vicino casa, l'avrà sfiorata con una carezza immaginaria, fotografandola con gli occhi del cuore."
"Ma è tutto solo ?" domandò Giulia definitivamente conquistata dalle parole del bambino.
"No, fa parte di una squadra internazionale", riprese forbito il bimbetto. "Il loro compito è studiare lo Spazio, ed effettuare in assenza di gravità alcuni esperimenti scientifici importanti per gli esseri umani.
A molta gente possono sembrare extraterrestri, per le cose eccezionali che riescono a fare.
Ma io lo so che non è vero, ne son sicuro, ho sentito dire all'uomo delle stelle :
"L'ultima volta che ho controllato ero umano anch'io". (cit.)
-Ancora non mi hai detto peró perché dovrei farti entrare nello studio del mio babbo- riprese Giulia.
"Perché ho visto che in quella stanza tu tieni un telescopio con il quale osservare il cielo da quella piccola terrazza che si vede da quaggiù. E stasera è la sera che passa."
- Mmmmhhh, bambino curioso, vedo che ti sei studiato bene la cosa !
Ma chi, deve passare insomma ! -
"Io non so proprio come devo fare con voi mamme di oggi ! - sbuffò il bambino spazientito. E va bene che ai vostri tempi non c'era l'energia elettrica, ma a volte proprio non ci arrivate a capire certe cose."
E mentre Giulia tratteneva una risata soffocata, il bimbo spiegó : "Stasera l'uomo delle stelle, a bordo della sua Stazione Spaziale, passerà sopra il cielo di Roma.
Ed io voglio salutarlo.
Posso aspettarlo in terrazza ?"
- E va bene-, cedette alfine Giulia - mi hai convinta, dopo cena andremo in terrazza.
Fu così, che quella sera, finito di cenare, Eugenio e Giulia andarono ad osservare il cielo.
In quella strana sera di fine estate un bimbo e la sua nuova amica, un'adulta che cercava, con grande sforzo, di trovare se stessa, osservarono il mondo da una prospettiva diversa.
Quei luoghi immortalati nelle foto inviate dallo spazio, e descritti dall'astronauta come doni preziosi.
Quelle immagini che a volte sembravano dipinti, di una bellezza tale da lasciarti senza fiato, ti riconciliavano con la vita, e ti facevano capire che, anche se a volte capitano giornate "no", vedere da che meraviglie siamo circondati, per un attimo, ti dà un senso di pace.
Così, quando l'uomo delle stelle passó, su in alto nel cielo, nella sua stazione spaziale che sembrava una stella, furono due gli amici che lo salutarono da una terrazza vicino al mare.
Poi, prima di addormentarsi, Giulia, ormai incuriosita, volle saperne di più su questo eroe dei cieli che aveva conquistato così il bambino.
E con grande stupore scoprì che a seguirne il lavoro, non erano solo bambini, ma nonne, papà, giovani che si affacciavano alla vita e donne di ogni età.
Lesse i commenti della gente comune, si divertì con le risposte ironiche dell'arguto Maggiore.
Rise notando le garbate lusinghe di donne che, con rispetto parlando di lady Parmitano, s'intende, gli dicevano che era un uomo che avrebbero voluto sposare.
Si ricordò dei pomeriggi passati col padre da bambina a guardare telefilm di fantascienza, e si scoprì appassionata di ciò che adesso era, semplicemente, scienza.
Tornò ragazzina confidando nel futuro, e si commosse vedendo, in quella sera di fine estate, migliaia di italiani stretti attorno a quel puntino nel cielo, ognuno con il bisogno di sperare : Ce la farò domani.
Poi, addormentandosi finalmente, mentre fuori un'alba limpida colorava un nuovo giorno, capì all'improvviso ciò che il bimbo, con il suo sguardo puro, doveva aver subito intuito :
Che l'uomo delle stelle, che aveva trasformato la geografia e la scienza in poesia, con i commenti appassionati a ciò che vedeva da lassù.
Che aveva dato un volto ai voli spaziali, esemplificando, con una chiarezza impressionante, processi e tecnologie elaborati.
Che si poneva in modo sempre umile, pur svolgendo un lavoro che il mondo gli invidiava.
Che aveva indossato la maglia della squadra del cuore facendo esplodere di gioia mezza Sicilia, era, essenzialmente, prima di tutto un Uomo.
E adesso chi glielo dice che non è un Dio, ai tifosi del Catania ? pensò sorridendo .
E finalmente si addormentò.
Dedicato a chi, nonostante tutto,non smette di sognare mai ...
Fotografia di Luca Parmitano, Credits : ESA/NASA
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bellissimo complimenti potrebbe essere interessante raccontarlo ai bambini a scuola prtma di una lezione e' una bella favola realistica sei molto brava tua cugina mariella
RispondiEliminaMa graziee ❤
EliminaQuesta storia é realistica perchè è nata dall'osservazione del modo in cui questo astronauta davvero fuori dal comune, il primo che ha reso fruibile la sua disciplina ad un pubblico così vasto, è riuscito a creare in chi lo segue delle aspettative ed un senso di partecipazione attiva al suo lavoro, che è stata una vera e propria rivoluzione copernicana nelle imprese spaziali.
Se il Maggiore Parmitano aveva tra i compiti quello di avvicinare le giovani generazioni alle missioni spaziali, beh, direi che l'obiettivo è stato pienamente raggiunto.
Ogni giorno persone di ogni tipo ed età si collegano con lui, gli fanno domande, scherzano su ció che racconta, e lui, senza deludere mai nessuno, legge, ti spiega, ti chiarisce aspetti finora sconosciuti.
Per non parlare poi delle meravigliose foto, accompagnate da didascalie piene di poesia e sensibilità che ti lasciano veramente a bocca aperta.
Questa storia è reale, perchè realmente per la prima volta un astronauta ha ridotto la distanza tra la gente comune e le stelle.
E quella bambina che, col papà da piccola guardava tutte le serie di fantascienza, è rimasta totalmente affascinata da tutto questo, ed è tornata per un momento ragazzina.
Mi piace tanto tanto scrivere, il resto vien fuori da sè.
Un bacio grande e grazie di esser passata di qua <3
sempre bravissima.... bellissimo racconto!!Antonella
RispondiEliminaSpero di riuscire ad inserire qualche altra meravigliosa fotografia che il Maggiore ci ha regalato.
EliminaIeri non ci sono riuscita perchè il blog non mi funzionava.
Grazie di esserti emozionata con me ❤