venerdì 4 ottobre 2013

ASTROLUCA E IL SOVRANO DEL PIANETA POPOF...


 

Ovvero :
Di quella volta che il nostro mondo rischiò di essere cancellato


Lo so, lo so, che Lui dice di non averli mai visti gli alieni ... ma questa è un'altra storia.
E nel regno della fantasia tutto è possibile, pure le cose che non avresti mai pensato.
Dunque, dov'eravamo ? Ah sì :
C'era una volta...
e forse c'è ancora,
oltre i pianeti e le stelle conosciute,
oltre gli spazi e le dimensioni immaginate,
nascosto alla vista e alla conoscenza dei più, un piccolo pianeta, di nome Popof, popolato da minuscoli e strani abitanti, alti non più di un palmo di mano, e dotati di incredibili poteri.
Una sirena quel giorno suonava incessante e pressante ad Aralia, la capitale del pianeta.
A richiamare tutti i popoffiani, nella grande piazza della città, FB1, il sovrano incontrastato e molto amato dei piccoli alieni, perché la sua saggezza millenaria era conosciuta, da sempre, in tutto l'universo.
- Che succede Maestà ? Arriviamo !- urlò trafelata FB2, consorte legittima del Gran Sovrano.
Da quando conosceva il suo piccolo re, non l'aveva mai visto così cupo e preoccupato.
-Abbiamo rilevato richieste d'aiuto da un mondo lontano, un pianeta situato in un sistema al cui centro si trova il Sole.
Ho appena inviato una squadra di ricognizione, grazie alla polvere magica fornitaci dalle nostre amiche fate, dovrebbero essere già di ritorno.-
Una folata di vento improvviso, colpì allora il piccolo re, scompigliandogli il manto azzurro che lo copriva da capo a piedi, e lasciando intravedere la sua essenza di stelle.
-Ci perdoni Maestà, dobbiamo ancora perfezionare il ritorno senza uccidere qualcuno- borbottò confuso il Grand'Ufficiale, a capo della spedizione che tornava.
-Quali nuove ? - domandò il sovrano, preoccupato.
L'ufficiale pronunciò due o tre frasi e poi "Addio mia cara, il dovere mi chiama, devo andare" , comunicò il re spiccio e veloce alla sua amata.
-Maestà , ma dove andate ?- mormorò sconsolata la regina scuotendo il capo brillante di luce.

Nel frattempo, sulla Stazione Orbitante, AstroLuca era intento, come al solito, in un suo esperimento, destinato a scoprire il rapporto tra gravità0 e capacità dei liquidi di poter essere emulsionati.
Stava appunto esaminando la reazione tra due corpi, quando improvvisamente fu sbalzato a terra con violenza, e provette e vetrini si ruppero fragorosamente.

"Ma, cosa ... ? Devo essermi addormentato di nuovo, oppure non vedrei innanzi a me un nanetto vestito d'azzurro, che gesticola comicamente come se mi volesse parlare", disse l'astronauta tra il pensoso e il divertito.
"Parla con rispetto di me- lo avvertì il re- Io sono FB1, Gran Sovrano di Popof, protettore di Aralia, conosciuto in tutte le Galassie per la mia saggezza e onniscienza."
-Sì, come no, ed io sono John Lennon- rispose lo scienziato.
"Quello era mio fratello, un giorno ti racconterò di lui.
Ma ora non abbiamo tempo. È ora di andare !"
-Andare ? Ma dove ?-
"E cu arriva, e cu si nni va! 'A paremu 'a via Etnea, no ndà na Stazione Spaziale Internazionale", pensò lo scienziato, in un antico idioma astronautichese, misterioso e criptico ai più.
Ma non ebbe neanche il tempo di pensare, che si ritrovò improvvisamente nello spazio, fuori la Stazione.
Avrebbe dovuto essere terrorizzato, ma stranamente non aveva paura, anzi, si sentiva sereno e al sicuro come mai nella sua vita.
-FB6, o come ti chiami, ma come è possibile ? Siamo qui fuori senza alcuna protezione, non ho la tuta spaziale, e non sono ancorato alla Stazione, eppure riesco a respirare, ed il mio corpo non si perde nello Spazio.-
-Non c'è tempo per spiegare.
Guarda innanzi a te, quello é il tuo pianeta vero ? So che si chiama Terra.
Ammiralo, e guardalo bene, perché è l'ultima volta che potrai farlo.
Ho deciso che è ora di dire basta a tutto questo dolore.
L'uomo delle stelle incredulo, riuscì solo a mormorare :
"Ma come ... Non è possibile ! Che dici ! Tu vieni da me e mi dici che vuoi distruggere il mio mondo !
Ma perché io ? Perché sei venuto proprio da me ?"

-Le nostre sonde hanno captato segnali diretti alla Stazione Spaziale- rispose il sovrano senza scomporsi.
-Erano messaggi di disperazione, di altri umani che parlavano di guerre, e di fame, e di gente che per sfuggire a conflitti e dittature, trova la morte in barconi malandati.
Raccontavano che l'uomo sta distruggendo il suo pianeta, per la brama di possesso e potere, parlavano di bimbi maltrattati, di genitori esausti per la difficoltà di arrivare a fine mese.
È ora di dire basta a tutto questo dolore, voi umani non imparate dalla storia.
Vi era stata data già un'altra possibilità, una volta, con Noè , ma vedo che non avete imparato la lezione.
-Noè ? Non mi dire che pure Noè è un tuo parente !- disse sgomento l'astronauta italiano.
"Scccc ! Quello è un segreto interplanetario !- lo zittì il sovrano.
Basta, è ora ! preparati. Tutto finirà velocemente e poi si potrà ricominciare di nuovo. Ti prometto che gli umani non soffriranno. "
E fece per puntare il suo dito contro la Terra.

"No, ti prego, un attimo ! - supplicò l'astronauta con un groppo alla gola-
È vero, nel mio mondo ci sono tante brutture, ma l'essere umano è capace anche di tante azioni straordinarie.
Concedici un'altra possibilità."
-No, ormai ho deciso.- rispose l'alieno, e puntò il dito contro il pianeta.

"NO, NON FARLO ! - urlò l'astronauta lanciandoglisi addosso.
In quel momento, la mano del sovrano, spostata dall'urto, sfiorò gli occhi dell'uomo, lambendogli il viso.

Fu come se mille galassie si materializzassero innanzi.
I ricordi dell'uomo, come immagini fantasma, presero forma di ologrammi nella buia notte spaziale.
Un neonato in braccio al nonno, che affettuoso lo reggeva con in braccio anche l'altra nipotina.
Una voce inconfondibile e dolcissima che lo chiamava, e l'avrebbe sempre amato di un amore infinito.
Il primo amore, la passione per il volo, le albe sfumate e chiare, come nuovi giorni per costruire un sogno ; i tramonti malinconici e pieni di passione, in cui aveva acquistato la certezza di voler essere cittadino del mondo.
Due bimbette che parevan angeli, con un disegno d'amore per il loro papà ; uno sguardo al di là da un vetro a Baikonur per dire : State tranquilli, vi porto nel cuore.
L'ardimento e la passione che, "come una fiamma che supera ostacoli e barriere, incendiando i nostri spiriti, alimentando i nostri desideri, brucia la fatica , trasformandola in esperienza." (Cit.)

Il grande sovrano, del pianeta sperduto, osservò come un film, il coraggio di tentare ciò che pochi hanno tentato, un lancio nel vuoto, col battito del cuore concitato.
Rivide l'astronauta ebbro di gioia all'arrivo nella stazione orbitante, lo vide commosso osservare la sua prima alba spaziale.
Attraverso i suoi occhi, potè guardare ghiacciai immensi, e laghi incastonati, piccoli punti luminescenti, dei centri abitati.
Lo guardò agganciare un cargo meccanico, come fosse una straordinaria creatura.
E sentì l'amore e la meraviglia di quest'uomo, per la vita e l'avventura.
Lo vide mettersi a nudo per condividere con altri umani ogni sua esperienza.
Lo sentì emozionarsi nel descrivere una aurora "di straordinaria luminosità e bellezza, una fantasmagorica coreografia di smeraldo e turchese, cangiante e sinuosa, mutevole e perfetta." (cit.)

In quella strana notte alla Stazione Spaziale, l'umanità si palesò attraverso un membro autentico della sua specie, un ammaliatore che da lassù in alto ci dava la speranza, e ci faceva sognare.

-E va bene, mi hai convinto- disse il sovrano all'uomo delle stelle.-
Forse non tutto è perduto, forse, dopotutto l'Umanità è ancora capace di cambiare.
Ma state attenti, vi tengo d'occhio. Non lo dimenticate !-
Strizzò gli occhi e svanì nello spazio, e l'Astronauta si ritrovò di nuovo sulla Stazione Spaziale.
Poi, da lontano, il Sovrano gli urlò :
- Un'altra cosa... Dite ad AstroMike di aprire una pagina fb.
Mia figlia, la principessa Dalia, mi sta dando il tormento con questa storia, perchè vuol comunicare con lui dopo aver visto un certo video della Nasa in cui lo si vede fare esercizi fisici mirabolanti e spettacolari.
Sto per perdere la pazienza a furia di sentirla lamentare.
E voi non volete che io perda la pazienza vero ?-
E tra uno scintillio di stelle, illuminò il cielo e sparì.

Fu così, che quella volta, un Uomo che aveva avuto il coraggio di vivere alimentando il suo spirito con spiritualità e passione, salvò il mondo dalla sua distruzione.

Foto di Luca Parmitano, Credits Esa/Nasa

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