Pensilina della Stazione di Taormina
Lena guardò fuori il finestrino del treno : coste rigogliose di un mare splendente d'un antico orgoglio, le passavano innanzi.Scogli aspri lambiti dal vento, acqua cristallina, lucente di un sole caldo che col suo tepore accarezzava l'anima, oltre la terra.
Non poteva non pensare a quelle parole, alla "Canzone di viaggio", che aveva sentito un giorno scandire dalla pura voce dei bambini :
"Sole, brilla adesso dentro al cuore,
vento, porta via da me fatiche e cure !
Gioia più profonda non conosco sulla terra,
che l'essere per via nell'ampia vastità.Verso la pianura inizio il mio cammino,
sole mi fiammeggi, acqua mi rinfreschi ;
per sentire la vita della nostra terra
apro tutti i sensi in festa.
Mi mostrerà ogni giorno nuovo,
fratelli nuovi e nuovi amici,
finchè senza dolore ogni forza loderò,
e di ogni stella sarò ospite e amico." *
*Herman Hesse, "Canzone di viaggio", in "La felicità, versi e pensieri"
Si riscosse a fatica da quel panorama portatore di sogni e, con una nota di malinconia, dovette ammettere : ma dove era stata in tutti questi anni ?
Come aveva fatto, a perdersi, semplicemente, la vita ?
Respirò a fondo quella sensazione di diffusa libertà e sentì un piacevole benessere che pian piano cominciava a pervaderla tutta.
Finalmente era in viaggio. Anzinò, in cammino.
Quando lo avesse iniziato di preciso non lo sapeva. Forse l'estate prima. O forse anni fa, quando finalmente si era aperta a se stessa.
Chiuse gli occhi. E lo sentì.
Emilio, l'angelo del buon cammino, se ne stava in un angolo della carrozza a masticare distratto un chewingum mentre pensava un pò arrabbiato che gli sarebbe toccato di nuovo fare gli straordinari quel fine settimana.
Toccava sempre a lui, risolvere le grane a Lui, borbottò pensieroso.
Era pur vero che non esisteva angelo più competente, si disse orgoglioso lisciandosi le ali con fare vanitoso. Quell'anno aveva portato a compimento il 99 % dei casi assegnatigli, un record tra gli angeli.
Ma pure gli angeli avevano diritto a un pò di vacanza, ogni tanto ! - bofonchiò togliendo il chewingum dalla bocca, e appiccicandolo sotto il sedile di un ignaro signore seduto accanto a lui.
- Bene, inutile stare ad arrabbiarsi - pensò con fare pratico tirando fuori dalla giacca in ecopelle un'agendina accuratamente vergata a mano.
Avrebbe portato a termine il lavoro con successo, come suo solito, e poi sarebbe andato dal Capo a pretendere una decina d'anni di ferie.
Se fosse riuscito a risolvere quella patata bollente, che teneva sulle spine l'Eccelso da anni, lui non avrebbe avuto il coraggio di dirgli di no.
Aprì l'agenda a pagina 21 e scorrendo la pagina fitta di appunti, prese nota di un indirizzo ...
Appena in tempo : il treno aveva appena rallentato per fare la fermata, e già i viaggiatori si preparavano alla discesa.
Compresa la sua protetta, che con sguardo felice, tamburellava con le dita, quasi a suonare un'invisibile melodia che aveva in testa.
Lena respirò a fondo l'aria del mare : non sapeva perché, ma si sentiva a casa.
Come liberata da un fardello, e piena di fiducia e pace, si guardava attorno, gustandosi ogni particolare : e il mare siculo, che si stagliava all'orizzonte, contro la Calabria, vicina eppur a volte lontana.
E la calata tipica, che le animava ed emozionava il cuore.
Da un forno, odore di pane di casa in cottura, e dolci rustici, che le rimembravano antichi sapori.
E i sassolini in riva al mare, trasparente e chiaro, come la voglia che aveva lei di viver la vita che non aveva avuto.
Mise al collo la sua vecchia valigia, e camminò fino alla piazzetta, cercando la pensione che l'avrebbe ospitata. La trovò senza difficoltà, e fu meravigliata, perché le sembrava di conoscerla da sempre.
Pensione Buena Speranza, così si chiamava quel posto, quattro stanze autonome in tutto, una per ogni affittuario.
Odore di muschio e finestre con vista sul mare, ed un bagno con mattonelle sbrilluccicanti e quadri naif di papaveri e piante di grano ondeggianti nel vento.
Sciolse i lunghi capelli, e lasciò che il vento glieli scompigliasse, come nel quadro, poi entrò a registrarsi.
Nome ?- chiese il receptionist, masticando un chewingum all'odor di ciliegia.
Lena - rispose la donna porgendo il documento ingiallito dal tempo.
Ingresso dalla scala C, stanza 4 - riprese il ragazzo, togliendo il chewingum dalla bocca e appiccicandolo con aria innocente e distratta sotto il bancone della reception.
Ed annotò il nome della ragazza su un'agendina fitta fitta vergata a mano.
Le onde del mare accarezzavano insistenti la riva quella sera. E piccoli cavalloni si rincorrevano come bambini, riempiendo l'aere di suoni che assomigliavano a battiti di mani e risate argentine.
Lena uscì nel balconcino, si accoccolò sulla sdraietta, e in pochi attimi si addormentò.
Dormì di un sonno profondo, come non le accadeva da mesi, come se fosse stata all'improvviso ritemprata da una nuova consapevolezza.
Fu svegliata dal suono dei gabbiani, e da un sole luminoso e splendente, che come una palla di fuoco, illuminava il mare rendendolo argenteo.
Non sapeva cosa sarebbe stato di lei. Né cosa le avrebbe riservato il destino.
Sapeva solo che aveva iniziato un viaggio. E che nulla sarebbe stato più come prima.
Ancora era all'inizio, ma .....
In un angolo della spiaggia, uno strano angelo, con una giacca in ecopelle, osservava tutta la scena.
Bene- pensò - allora c'è speranza che io porti a termine la mia missione- pensò contento.-
LUI è stato chiaro in proposito : l'obiettivo della mission è colmare la distanza tra il dire e il fare.
Hai detto niente ! C'è di mezzo il mare. La paura di osare. E una certa dose di cv1o - si disse girando la testa e contemplandosi il fondoschiena.
- Non male ! - mormorò. Mettiamoci subito al lavoro ! -
Prese il chewingum alla ciliegia che stava masticando, lo appiccicò furtivo e rapido sotto il cestino per la raccolta della differenziata che c'era in strada, e con un soffio fu subito da lei.
Non sarà facile- le mormorò in un orecchio, e la sua voce fu la voce del vento.
-Non ti prometto momenti esaltanti ed ebbri di felicità assoluta.
Ma sarai te stessa. E questa consapevolezza ti darà la forza di affrontare le prove del tuo cammino. Osa, respira a pieni polmoni la vita.Non piangerti addosso, non temere di tentare.
E se sarai in difficoltà cercami : mi troverai nella parte più profonda di te stessa, dove riponi speranze e il tuo animo straziato dalla solitudine ha trovato spesso pace. E se non riuscirai a trovarmi usa la fantasia per chiamarmi : sarò sempre con te, e mi riconoscerai.
Ma come farò a chiamarti, se non ti conosco ? - Mormorò la ragazza alla voce che aveva il suono del vento.
Mi chiamo Emilio, e sono l'angelo del buon cammino. E fidati, mi riconoscerai- rispose la voce sorridendo. E con un soffio, saltò la ringhiera del balconcino e volò via.
Lena si stropicciò gli occhi, quasi ridestandosi da un sogno.
Evidentemente doveva essersi riaddormentata, perché adesso si sentiva piena di energie e di una serenità mai avuta prima.
Ma cosa accidenti ! - borbottò sbigottita rimettendo la sdraietta al suo posto.
Ma chi era stato ad appiccicare un chewingum sotto il bracciolo della poltroncina sulla quale dormiva ?
Si guardò intorno, ma non c'era traccia di nessuno. Poi, per caso, le cadde lo sguardo nell'angoletto del balconcino vicino alla ringhiera.
E trovò un chewingum alla ciliegia.
Emilio ! Allora non l'ho sognato ! - disse a mezza voce sorridendo.
Giusto uno strano tipo così mi poteva capitare come angelo- borbottò ridendo.
Un'improvvisa folata di vento le scompigliò i capelli, come un tenero rimbrotto.
Va bene, non lo dirò più, che angelo permaloso ! -
E ridendo cominciò a digitare su google : Agenzie interinali.
Poi, senza aver più paura, si disse :
Dunque, come si fa, è una vita che non lo faccio più, come si compila un curriculum vitae ? "
A tutti i compagni del mio cammino,
Valeria
24/08/2014
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