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Care Maia e Sara, questa favola è per voi, e
chissà se riconoscerete qualcuno ;) ....
"C'era una volta ... e forse c'è ancora, lontano dagli occhi e dagli sguardi indiscreti degli uomini. Visibile solo col cuore puro dei bambini...
un regno meraviglioso, dove tutto è possibile : il regno delle fate di Laggiù.
Fata Caterina, quella mattina agitava le lunghe ali con fare ansioso :
Presto, sbrigatevi- gridava a elfi e folletti che si muovevano indaffarati-
dobbiamo affrontare un lungo viaggio. Ed i bimbi di tutto il mondo aspettano la loro polvere di fata !"
Kathy richiuse delicatamente il libro, rimboccò le coperte alle bambine, e ...
"Su a nanna, adesso dormite, è tardi, il resto della favola lo leggeremo domani."
Uffa mamma ! - protestò la più piccina- io volevo tanto sapere come continuava- protestò tra uno sbadiglio e l'altro.
La giovane donna uscì, lasciando una piccola luce nella stanza. Una luce che proiettava sul soffitto la volta del cielo trapuntato di stelle.
Sara... - chiamò Maia dal suo lettino-
Che c'è ? - rispose la sorellina.
-Non riesco a dormire, mi manca.
Secondo te che starà facendo in questo momento ?- chiese scrutando il soffitto quasi a cercarne il passaggio della Stazione Spaziale Internazionale.
-Non lo so, starà dormendo. Manca anche a me- disse seria la più grande mettendosi seduta sul lettino.
-Ti prego mi leggi ancora il libro delle fiabe ?- riprese Maia.
- E va bene- sospirò Sara prendendo il volumetto colorato.
Ma facciamo piano, senza farci sentire dalla mamma.
Dove eravamo arrivate ? Ah sì , a Fata Caterina, che si prepara a partire per portare ai bimbi la polvere di fata.
"Quando tutto fu pronto, la Fata alchimista aprì il grande grembiule e, tirando fuori il primo barattolino di polvere scintillante, disse solenne :
-La prima tappa del nostro viaggio è a Parigi, per Julie. La seconda consegna è per Alessio, che vive a Torino. Per terza tappa andremo a Houston, da Maia e Sara, che vogliono rivedere il loro papà."
Le due piccole incredule, sgranarono gli occhi ...
-Hai visto, parla di noi ! - disse Maia battendo le manine per l'emozione.
- Continua, leggi ancora- ripeté la piccola alla maggiore.
"Tutto era pronto, e in un battito d'ali, fata Caterina ed i suoi aiutanti furono prima a Parigi, poi a Torino, infine a Houston, dove abitavano due bambine che in quel momento leggevano un libro di fiabe.
Fata Caterina bussò alla finestra della stanza delle due sorelline, e come un vento fresco e leggero entrò nella stanza."
In quel momento, s'udì picchiettare alla finestra e subito dopo, sbattendo le lunghe ali la fata alchimista fece il suo ingresso nella stanza delle bimbe, accompagnata da un fresco venticello.
Maia era ammutolita, e, ora sbatteva le manine per la gioia, ora si copriva la bocca con le mani, facendo risolini timidi divertiti.
Sara, invece, guardava diffidente la nuova arrivata, cercando di capire chi fosse e cosa volesse.
- Dunque bimbe mie care, il giro è lungo ed abbiamo poco tempo. È giunta voce nel regno delle Fate, che due bambine hanno espresso il desiderio di vedere il loro papà.
Che si trova lassù - disse la fata indicando il soffitto, sul quale ora comparve un punto luminoso simile a una stella, che si muoveva veloce lungo l'orizzonte stellato.
Poi la fata aprì il suo largo manto e... meraviglia ! estrasse un barattolo luminoso e pieno di stelle, e maneggiandolo con cura, con fare pomposo lo consegnò a Sara, raccomandandole :
"Questa è polvere di fata. Un pizzico di questa, un battito d'ali e potrai andare ovunque vorrai. Ma ricorda, se vuoi che funzioni, devi pensare non con la testa, ma col cuore."
E, girando su stessa vorticosamente e sbattendo le ali, sparì.
Le due bimbe si guardarono stupefatte per lo strano e meraviglioso incontro.
-Forza Sara, dobbiamo metterci in viaggio. Andiamo !-
Ma dove andiamo ? - protestò la più grande, ancora incredula e diffidente, rigirandosi tra le mani quel barattolino lucente e sbrilluccicoso.
-Andiamo da papà. Usiamo la polvere di fata.- ribadì Maia sempre più decisa.
- Ma quella signora ha detto che oltre la polvere di fata ci vuole pure un battito d'ali. E noi non abbiamo le ali !- protestò Sara, che proprio non voleva convincersi che fosse tutto vero.
"Ricordi cosa dice sempre papà ?" disse Maia prendendo la sorella per mano :
"Tutto ciò che è pensabile è possibile.- E noi due allora dobbiamo crederci- ribadì convinta la piccina, e tenendo per mano la sorella, cominciò a ripeterlo come se fosse una filastrocca :
"Tutto ciò che è pensabile è possibile...Tutto ciò che è pensabile è possibile...Tutto ciò che è pensabile è possibile...Tutto ciò che è pensabile è possibile".
Fu così che alle piccine spuntarono le ali, e, per magia, in un attimo diventarono piccole fate.
Maia si guardò il suo tutù sbrilluccicoso di stelle, che le era apparso insieme alle ali, per la gioia fece una piroette e... si accorse che poteva volare !
Cominciò a volteggiare nella stanza e poi, decisa e irremovibile, presa per mano la sorella più grande, le disse :
Andiamo da papà -
Un pizzico di polvere di fata, un battito d'ali, e le due fatine si ritrovarono a volare. Su, sempre più su, oltre l'atmosfera terrestre. Oltre le nuvole, fino alla Stazione Spaziale.
Poi, arrivate fino alla Cupola, si fermarono a guardare il magnifico spettacolo della Terra all'orizzonte.
Oh- disse la più piccina.- sono contenta, perché se il mio papà vede questo da quassù, non si sentirà mai solo.-
Poi, volando attraverso la Stazione, arrivarono sino all'alloggio dell'astronauta, e, mentre dormiva, gli sfiorarono il volto con le manine, mormorandogli : "Ci manchi, papà ! Ti vogliamo bene ..."
Passava il tempo ed era ora di ritornare.
Sara s'aggiustò il suo tutù dipinto dei mille colori dell'arcobaleno, e guardando la sorellina volteggiare felice intorno al padre, prese un pizzico di polvere di fata, batté forte forte le piccole ali e ...
- Vorrei che fosse già il tempo in cui papà è tornato a casa - disse.
E come per magia si ritrovò in macchina, in una notte di quasi metà novembre, vicino a Maia che dormiva.
D'un tratto si aprì la portiera dell'auto, e il viso della mamma apparve, felice, come di una gioia particolare.
Poi, dietro, un volto conosciuto e familiare.
Papà.... - mormorò, mentre la sorella apriva gli occhi e come in un sogno si accoccolava in un abbraccio che, finalmente, eliminava ogni distanza.
-Ci sei mancato - mormorarono le bimbe felici, accarezzandogli il viso.
E questa cos'è ? -Domandò incuriosito l'astronauta pulendosi il viso da una polvere luminosa e perlescente.
Dove avete preso questa polvere dorata ?-
Ho sonno, te lo dirò domani- rispose Sara, sistemandosi meglio in braccio al padre e sorridendo felice.
Agitò le piccole ali ed il barattolino lucente scomparve.
Se sono stata indiscreta chiedo venia, questo vuole essere un piccolo omaggio a voi, bambine, questa è la vostra favola : la favola di Maia e Sara.
Un abbraccio affettuoso,
Valeria
"C'era una volta ... e forse c'è ancora, lontano dagli occhi e dagli sguardi indiscreti degli uomini. Visibile solo col cuore puro dei bambini...
un regno meraviglioso, dove tutto è possibile : il regno delle fate di Laggiù.
Fata Caterina, quella mattina agitava le lunghe ali con fare ansioso :
Presto, sbrigatevi- gridava a elfi e folletti che si muovevano indaffarati-
dobbiamo affrontare un lungo viaggio. Ed i bimbi di tutto il mondo aspettano la loro polvere di fata !"
Kathy richiuse delicatamente il libro, rimboccò le coperte alle bambine, e ...
"Su a nanna, adesso dormite, è tardi, il resto della favola lo leggeremo domani."
Uffa mamma ! - protestò la più piccina- io volevo tanto sapere come continuava- protestò tra uno sbadiglio e l'altro.
La giovane donna uscì, lasciando una piccola luce nella stanza. Una luce che proiettava sul soffitto la volta del cielo trapuntato di stelle.
Sara... - chiamò Maia dal suo lettino-
Che c'è ? - rispose la sorellina.
-Non riesco a dormire, mi manca.
Secondo te che starà facendo in questo momento ?- chiese scrutando il soffitto quasi a cercarne il passaggio della Stazione Spaziale Internazionale.
-Non lo so, starà dormendo. Manca anche a me- disse seria la più grande mettendosi seduta sul lettino.
-Ti prego mi leggi ancora il libro delle fiabe ?- riprese Maia.
- E va bene- sospirò Sara prendendo il volumetto colorato.
Ma facciamo piano, senza farci sentire dalla mamma.
Dove eravamo arrivate ? Ah sì , a Fata Caterina, che si prepara a partire per portare ai bimbi la polvere di fata.
"Quando tutto fu pronto, la Fata alchimista aprì il grande grembiule e, tirando fuori il primo barattolino di polvere scintillante, disse solenne :
-La prima tappa del nostro viaggio è a Parigi, per Julie. La seconda consegna è per Alessio, che vive a Torino. Per terza tappa andremo a Houston, da Maia e Sara, che vogliono rivedere il loro papà."
Le due piccole incredule, sgranarono gli occhi ...
-Hai visto, parla di noi ! - disse Maia battendo le manine per l'emozione.
- Continua, leggi ancora- ripeté la piccola alla maggiore.
"Tutto era pronto, e in un battito d'ali, fata Caterina ed i suoi aiutanti furono prima a Parigi, poi a Torino, infine a Houston, dove abitavano due bambine che in quel momento leggevano un libro di fiabe.
Fata Caterina bussò alla finestra della stanza delle due sorelline, e come un vento fresco e leggero entrò nella stanza."
In quel momento, s'udì picchiettare alla finestra e subito dopo, sbattendo le lunghe ali la fata alchimista fece il suo ingresso nella stanza delle bimbe, accompagnata da un fresco venticello.
Maia era ammutolita, e, ora sbatteva le manine per la gioia, ora si copriva la bocca con le mani, facendo risolini timidi divertiti.
Sara, invece, guardava diffidente la nuova arrivata, cercando di capire chi fosse e cosa volesse.
- Dunque bimbe mie care, il giro è lungo ed abbiamo poco tempo. È giunta voce nel regno delle Fate, che due bambine hanno espresso il desiderio di vedere il loro papà.
Che si trova lassù - disse la fata indicando il soffitto, sul quale ora comparve un punto luminoso simile a una stella, che si muoveva veloce lungo l'orizzonte stellato.
Poi la fata aprì il suo largo manto e... meraviglia ! estrasse un barattolo luminoso e pieno di stelle, e maneggiandolo con cura, con fare pomposo lo consegnò a Sara, raccomandandole :
"Questa è polvere di fata. Un pizzico di questa, un battito d'ali e potrai andare ovunque vorrai. Ma ricorda, se vuoi che funzioni, devi pensare non con la testa, ma col cuore."
E, girando su stessa vorticosamente e sbattendo le ali, sparì.
Le due bimbe si guardarono stupefatte per lo strano e meraviglioso incontro.
-Forza Sara, dobbiamo metterci in viaggio. Andiamo !-
Ma dove andiamo ? - protestò la più grande, ancora incredula e diffidente, rigirandosi tra le mani quel barattolino lucente e sbrilluccicoso.
-Andiamo da papà. Usiamo la polvere di fata.- ribadì Maia sempre più decisa.
- Ma quella signora ha detto che oltre la polvere di fata ci vuole pure un battito d'ali. E noi non abbiamo le ali !- protestò Sara, che proprio non voleva convincersi che fosse tutto vero.
"Ricordi cosa dice sempre papà ?" disse Maia prendendo la sorella per mano :
"Tutto ciò che è pensabile è possibile.- E noi due allora dobbiamo crederci- ribadì convinta la piccina, e tenendo per mano la sorella, cominciò a ripeterlo come se fosse una filastrocca :
"Tutto ciò che è pensabile è possibile...Tutto ciò che è pensabile è possibile...Tutto ciò che è pensabile è possibile...Tutto ciò che è pensabile è possibile".
Fu così che alle piccine spuntarono le ali, e, per magia, in un attimo diventarono piccole fate.
Maia si guardò il suo tutù sbrilluccicoso di stelle, che le era apparso insieme alle ali, per la gioia fece una piroette e... si accorse che poteva volare !
Cominciò a volteggiare nella stanza e poi, decisa e irremovibile, presa per mano la sorella più grande, le disse :
Andiamo da papà -
Un pizzico di polvere di fata, un battito d'ali, e le due fatine si ritrovarono a volare. Su, sempre più su, oltre l'atmosfera terrestre. Oltre le nuvole, fino alla Stazione Spaziale.
Poi, arrivate fino alla Cupola, si fermarono a guardare il magnifico spettacolo della Terra all'orizzonte.
Oh- disse la più piccina.- sono contenta, perché se il mio papà vede questo da quassù, non si sentirà mai solo.-
Poi, volando attraverso la Stazione, arrivarono sino all'alloggio dell'astronauta, e, mentre dormiva, gli sfiorarono il volto con le manine, mormorandogli : "Ci manchi, papà ! Ti vogliamo bene ..."
Passava il tempo ed era ora di ritornare.
Sara s'aggiustò il suo tutù dipinto dei mille colori dell'arcobaleno, e guardando la sorellina volteggiare felice intorno al padre, prese un pizzico di polvere di fata, batté forte forte le piccole ali e ...
- Vorrei che fosse già il tempo in cui papà è tornato a casa - disse.
E come per magia si ritrovò in macchina, in una notte di quasi metà novembre, vicino a Maia che dormiva.
D'un tratto si aprì la portiera dell'auto, e il viso della mamma apparve, felice, come di una gioia particolare.
Poi, dietro, un volto conosciuto e familiare.
Papà.... - mormorò, mentre la sorella apriva gli occhi e come in un sogno si accoccolava in un abbraccio che, finalmente, eliminava ogni distanza.
-Ci sei mancato - mormorarono le bimbe felici, accarezzandogli il viso.
E questa cos'è ? -Domandò incuriosito l'astronauta pulendosi il viso da una polvere luminosa e perlescente.
Dove avete preso questa polvere dorata ?-
Ho sonno, te lo dirò domani- rispose Sara, sistemandosi meglio in braccio al padre e sorridendo felice.
Agitò le piccole ali ed il barattolino lucente scomparve.
Se sono stata indiscreta chiedo venia, questo vuole essere un piccolo omaggio a voi, bambine, questa è la vostra favola : la favola di Maia e Sara.
Un abbraccio affettuoso,
Valeria
https://www.facebook.com/AstronautLucaParmitano/posts/681808491870704
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