venerdì 16 maggio 2014

Una giornata come tante

 
Tutto era cominciato per caso, come per caso cominciava ogni mattina : le camicie da stirare, il cane da portar fuori, il figlio da accompagnare a scuola.
E una rogna quel mattino, parlare con quelli del gas.
E la pigrizia di Elvira si era dileguata.

 L'incontro all'Italgas andò meglio del previsto : nessuna certezza, solo interpretazioni, il nulla più assoluto. Dopotutto, com'era quel detto ? "Nessuna nuova, buona nuova" no ?
Finalmente liberatasi da un'ansia opprimente si mise in macchina e cominciò a guidare. Aveva tante commissioni da fare, ma in ordine sparso, e poi c'era quella voglia di lasciarsi andare.
Abbassò il finestrino, lasciando entrare il vento tiepido, attivò il download dell'iphone e ascoltò le note dei Pink Floyd spandersi nell'aria e contaminarla frizzante e leggera.
Oltrepassò la Biblioteca Comunale e sorrise orgogliosa : ora che guidava più sicura, avrebbe potuto raggiungerla presto, e cercare altri libri da divorare, altre tracce di sognatori di altri mondi.
Sorrise di nuovo, ancora una volta la sua immaginazione stava prendendo forma, e man mano che passava il tempo, le sembrava d'essere dentro una storia : la sua storia.
Per un attimo desiderò un aggeggio, capace di imprigionare i suoi ricordi, almeno quelli principali.
Ma forse in fondo c'era un modo ...

 Ma prima doveva fare assolutamente pipì, o non avrebbe retto l'intera giornata.
-Prima o poi mi toccherà scrivere un pezzo su come sopravvivere ad un bagno pubblico senza uscir con l'orgoglio femminile danneggiato- si disse soddisfatta, uscendo dalla toilette di LeClerc colma di buste, bustine e bustette, di accessori per la casa finalmente acquistati grazie alla sudata indipendenza nel guidare.
Aveva sete. Di Coca Cola.
- Non la comprerò- si disse decisa - fa ingrassare, devo iniziare la dieta, devo sgonfiarmi, non la comprerò.-
E uscì decisa dall'Ipermercato.

 Si ricordò all'improvviso che forse un modo c'era per catturare i ricordi : prese il suo iphone e cominciò a scattare fotografie.
Fu attirata da una vetrina sulla quale campeggiava in bella vista un cartello con la scritta :
ABBIAMO ANCHE IL CAVALLO.
Rise di gusto : se ce l'avevano, era ben nascosto, pensò. E si avviò verso il corso principale.
La maglietta da cercare per la recita, il porta-pc del marito, il pane da comprare, sete, voglia di CocaCola.

 Sbirciò in una nuova pasticceria, le torte decorate imperavano ovunque, come una rappresentazione grottesca dei sogni della gente.
Due amanti un po' datati si tenevano per mano, tre operai compravano focacce e birre per la pausa pranzo. Si rammentò che aveva sete... di CocaCola.
Maglietta trovata, pane acquistato, era ora di tornare a casa. Ma prima aveva diritto ad una pausa.
Si diresse verso il lungomare e permise al panorama che le si poneva innanzi di rigenerarla.
Come un'onda di energia, il mare che si moveva leggero e brioso in una giornata di caldo sole, l'attraversò tutta e le diede nuova linfa per il quotidiano.
All'orizzonte le nuvole tridimensionali le ricordavano che il mondo è vivo, e da scoprire.


 Già, la tridimensionalità.... la diamo tutti per scontata, pensò, e invece è la dimensione che ci mostra il fieri, il movimento... il poter, dover andare oltre....
Gli ombrelloni ancora chiusi ed i giochi dei bambini dei lidi, che tra poco avrebbero aperto le lasciarono un piacevole senso di serenità e benessere.
 


 Ma fu quella piccola insenatura che attirò la sua attenzione : simile ad un anfiteatro di sabbia, era perfetta, rotonda, come il senso di pienezza cui anelava la sua anima da tempo.
 

 Il sole primaverile la riscaldava... e lei aveva sete. Ma perché non aveva acquistato quella bottiglietta di CocaCola ? Perché aveva sperato di essere diversa, di essere migliore, di poter rinunciare a quello strano intruglio sciropposo che le piaceva tanto....

 Guardò meglio l'insenatura : ad un secondo sguardo non era rotonda, ma si piegava in due, interrotta.

 Come la vita quotidiana, piena di imperfezioni e problemi, ma carica anche di promesse di future estati di risveglio dell'anima.
Come se stessa, tutto fuorché l'emblema della perfezione, con quel fisico troppo pieno, che aveva odiato sin da bambina, e quel sentirsi sempre sbagliata, fino a voler sparire in mezzo alla folla.

 Vaffanzum alla dieta ! esclamò- io voglio vivere !
Entrò nel chioschetto e l'agognata bottiglietta di CocaCola fu sua.
Mentre beveva con avidità, sorrise : in lontananza le tracce di orme sulla sabbia si susseguivano sull'arenile, vicino l'acqua che lambiva la riva.
L'importante è lasciare tracce di noi, attraverso i nostri sogni- pensò.
Ed il mio spirito inquieto ne ha tanti di sogni da esprimere. Gioì.

-Tornerò presto a lasciare altre tracce sulla spiaggia, perché senza testimonianza, senza ricordo, noi non esistiamo.
E non importa se ciò che testimoniamo è straordinario o quotidiano, può trattarsi anche solo di una giornata come tante, l'importante è fare un respiro profondo... e sentirsi vivi !
In una giornata come tante...
 
 

Nessun commento:

Posta un commento

Benvenuto nel mio blog !
Lascia un commento, sarò lieta di ascoltare la tua opinione, e ti sarò grata se mi lascerai un nome, così capirò chi mi ha scritto.
Grazie e...buona lettura !