mercoledì 18 settembre 2013

Gli occhi aperti sul respiro del mondo



Ti ringrazio - disse il ragazzo all'uomo delle stelle .
- Perché ci mostri il mondo attraverso gli occhi della tua passione, come non l'avremmo mai visto da soli.
Allo stesso modo in cui noi, volontari verso i più deboli, eravamo per loro braccia e occhi, e gambe.-

Sai, Filippo- gli rispose allora Valeria in commento alla foto-
io credo che forse noi oggi siamo in grado di apprezzare la bellezza di questa immagine, grazie all'amore per la vita che loro ci hanno insegnato.
E più tempo passa, e più mi convinco che loro sono stati i nostri occhi attraverso i quali abbiamo imparato a vedere la vita in modo diverso.-

Così dunque riflettevano i due amici, ritrovatisi per caso a commentare una foto dallo spazio, scoprendosi ancora uniti da ideali ed esperienze che andavano oltre il tempo, e annullavano le distanze.
La ragazza si commosse.
Com'è strana la vita- pensò asciugando una lacrima furtiva che già le scendeva giù per le guance-
Prima ti allontana mille chilometri, occupato dagli impegni quotidiani.
Poi, in qualche modo, ti fa ritrovare, e quando meno te l'aspetti ti mostra le tracce comuni che insieme a quelle persone tu hai lasciato.

Uscì fuori in terrazza. Quella sera un cielo terso e limpido faceva da cornice ad una sfilata di stelle.
Chiuse gli occhi e li vide : uno dopo l'altro gli amici di allora, che come tanti astri brillavano di luce propria.
Ma la loro luce non si sarebbe mai oscurata.
Nino, Davide, Carmeluccio, Vera, Elisabetta, Giuseppe, Alessandro, Nicoletta, Vittorio, Vincenzo, Ionella, Pasqualino, Giovanni, Enza, Filippo, Carmela e tanti altri che pian piano le affioravano alla mente.
Alcuni di loro erano ormai nel cielo, a rallegrar gli angeli con il loro infinito stupore, altri invece li incontravi di rado, ma ogni volta sembrava sempre che il tempo si fosse fermato.

E invece ...
Quanto tempo era passato !
Vent'anni ! O forse più, da quella volta che aveva scelto di avvicinarsi al volontariato.
E la sua vita era cambiata per sempre . Come marchiata a fuoco sulla sua pelle.

Le venne un brivido , l'aria fresca del mare di sera la rigenerò, e seduta a riva, lasciando che l'acqua le lambisse pian piano le caviglie, si lasciò andare ai ricordi....

Il Villaggio San Francesco : un insieme di case sdirrupate, che ai più sarebbe potuto sembrare un luogo triste e abbandonato a se stesso.
Ma che d'estate si animava di voci festanti e laboriose, intente a far comunità, e a scoprire pazientemente nell'altro, tesori inimmaginabili e meravigliosi, bisognava solo aver voglia di scoprirlo.
In quel luogo i pigri diventavano all'improvviso solerti e pronti, perché è bello lavorare tutti insieme per qualcosa.
Vita di comunità dunque : refettorio, camerate, bagni e cucina.
Sveglia al mattino presto, e alla sera spettacoli e canti.
E vai con le danze !

Ma ... C'era qualcosa di più in quel luogo e in quel tempo.
Lo sentivi palpabile nell'aria, silenzioso ma presente.
Lo avvertivi nei sorrisi della gente, o negli sguardi malinconici di alcune mamme.
Ti colpiva come un pugno nello stomaco all'improvviso, tale e tanta era la forza che proveniva da esso.
Era la fede in qualcosa di più grande.
Che come una leva su una montagna, smuoveva ostacoli impossibili.
E ridava dignità e pace, a chi assisteva, e a chi era assistito.

In quell'estate del 91 diventai donna.
All'alba dei miei 18 anni fui unita indissolubilmente a chi condivise con me quell'esperienza, da un legame che né il tempo, e né lo spazio, avrebbe mai più spezzato.

La ragazza guardò nell'acqua calma del mare della sera, riflettersi le luci lontane delle barche dei pescatori.
E si sovvenne ancora dei turni in cucina, a ciacolare allegri strigliando pignatte ; delle Messe all'aperto, in cui l'anima fluiva libera da pensieri e costrizioni, e si lasciava andare per un attimo all'infinito.
Le verifiche serali, in cui prendevamo coscienza, del fatto che più che dare, noi volontari avevamo piuttosto ricevuto :
- lo stupore e la meraviglia, nei confronti della vita
- la dignità sempre viva, anche in condizioni precarie e difficili da sopportare
- l'umiltà e la gioia di dare, in base a ciò che siamo in grado di fare.

Riguardò le stelle, e le ringraziò, perché la donna di oggi, non sarebbe esistita senza la volontaria di ieri.

E saremo pure sparsi in giro per il mondo, come i rivoli di un fiume che giunge fino al mare.
Ma la sorgente che ci ha dato la vita è sempre una, e per quanto alla fine potremo essere lontani, prima o poi ci ritroveremo a scambiarci frammenti di luce, magari, chissà, in una sera d'estate, commentando una foto dal cielo....


Fotografia di Luca Parmitano, Credits : ESA/ NASA

2 commenti:

  1. Risposte
    1. Grazie di avermi permesso di rivivere insieme, ancora una volta, emozioni e passi del nostro cammino meraviglioso e speciale.
      A presto !

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