lunedì 1 luglio 2013

Gioventù in cammino



Soffiava un vento stranamente fresco
per essere estate,
quella mattina a Catania.
Giulia 
guardò avanti a sè,
e sorseggiando il suo latte di mandorla
si gustó la vista del Mungibeddu lontano.
Qualche macchina
passava pigra ai bordi della zona chiusa al traffico,
mentre pian piano
le commesse tiravan sù le saracinesche dei negozi di via Etnea.
Sbadiglió assonnata .
Ancora non riusciva ad essere presente a se stessa,
non ancora.

Una telefonata
la riscosse dai suoi pensieri malinconici
:
era ora di andare.
Il corteo si mosse lieve,
quasi a render meno greve
l'ultimo viaggio del  giovane uomo.
Guido non c'era più.
Guido,
il più buono del gruppo,
colui che sorrideva sempre,
che trovava il lato bello della vita,
se ne era andato.
Se l'era portato via il mare,
in un giorno come tanti,
inesorabile e crudele destino
che mette troppo presto le ali
ad un angelo fatto uomo.

Volse gli occhi al corteo
:
e capì che le amava una ad una,
quelle giovani anime che la vita le aveva messo accanto.
Chi più,

chi meno,
ognuno le apparteneva in qualche modo,
e lei apparteneva a loro.

Chiuse gli occhi
:
si rivide fanciulla,
giovane donna acerba che si affacciava al mondo con grinta,
ma con fiducia verso il futuro.
E rivide anche gli altri,
gli amici del cuore che la vita aveva allontanato.
Si concentrò meglio
:
le parve di sentire la voce del caro professore di italiano.
"Chi vuol esser lieto sia,
del doman non v'è certezza".

"Carusi, caminamu radenti ai muri,
ci sù chiddi con l'orecchino,
Maccarrone, Masucci e Caldarera,
in cima alla fila,
Nunzio, tu alla fine."

Gli avrebbe voluto sempre bene,
caro prof.

S'era fatta ora di andare,
ma,
come in un sogno,
nessuno aveva voglia di tornare.

C'era tempo per essere adulti,
in quel giorno strano la gioventù li reclamava,
e,
 come sospesi in un momento senza limiti,
 li invitava a rigenerarsi in essa.

In quello strano incontro,
per una volta,
non ebbe importanza chi era cosa,
e cosa era diventato.
Ma,
come anime
spogliate dal fardello dei ruoli
interpretati nella scena della vita,
si ritrovarono semplicemente come amici,
e genitori,
e figli.

Che malinconia,
pensò Giulia ricordandosi improvvisamente
che l'indomani sarebbe tornata a Roma.

Noi siamo
la somma di ciò che siamo stati,
e di ciò che vogliamo diventare.

Perciò,
in una mattina di luglio dei miei quarant'anni,
è col cuore pieno di affetto
che voglio dire un Grazie
ad ogni anima che ha voluto
condividere un frammento della sua luce con la mia.
C'è chi lo fa ancora,
c'è chi lo ha fatto e ha deciso che forse bastava.
Ad ogni modo,
io oggi sono ciò che sono
grazie anche ai momenti che abbiamo condiviso.

Giulia guardò gli amici prima di partire,
come in una foto stampò le loro immagini nel suo cuore.
Non sapeva
a quali altre prove li avrebbe sottoposti il destino.
Forse,
ci sarebbero voluti altri vent'anni prima di incrociarsi di nuovo,
in fuggevoli momenti all'aeroporto o in un centro commerciale,
presi dalla loro pressante quotidianità.

O forse la nuova tecnologia
li avrebbe messi in condizione di condividere ancora
i momenti importanti del cammino che stavano percorrendo.
Forse...

In un angolo della strada,
sedute in braccio ai loro papà 
sopra i gradini di un bar,
due bimbette di pochi mesi 
si scambiavano le prime parole.....

6 commenti:

  1. La Tua penna a distanza di 25 anni resta formidabile. Ed anche il Tuo cuore, a dire il vero, è lo stesso di sempre. Ringraziamoci reciprocamente, perchè - come Te - sono convinto che il merito di essere ciò che siamo lo dobbiamo ai compagni di viaggio. Sempre rasenti o muru, però! Daniele M.

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    1. Ritrovarsi dopo vent'anni...condividendo delle emozioni attraverso un racconto.
      Hai usato delle parole bellissime, che mi riempiono il cuore e mi inorgogliscono. E mi riportano di nuovo indietro...quanto mi hai sopportato al liceo ^_^.
      Grazie di aver speso il tuo tempo per condividere tutto questo con me.

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  2. la vera amicizia è quella che si riconosce, dopo tanti anni ,in quei gesti che fanno parte della tua vita.
    chissà .... forse un giorno mi convertirò........

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    1. Non ti sei firmata, ma ho capito uguale...hai visto che ci sei riuscita a lasciarmi un commento ? E ora mi hai fatta piangere come una bambina. Ah maledetta distanza !
      Se non ti convertirai alla nuova tecnologia, troverò comunque il modo di condividere con te i passi del mio cammino.
      Ti voglio bene Maria <3

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  3. Risposte
    1. Maestro, che onore !
      Sai che mia madre sconosce la quasi totalitá dei miei scritti ?
      Troppo impetuosa e sentimentale, per lei, così riservata e pudica invece.
      Spero a presto in una nostra collaborazione tra la vostra arte, e la mia .
      Sarebbe bellissimo .

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