martedì 23 ottobre 2012

L'ANTRO SOMMERSO

Ogni volta che una nuova vita
viene al mondo
si realizza un miracolo.
Questa è la storia
del mio
,
miracolo.

L'ANTRO SOMMERSO

Elena distese le gambe sul letto,
alla ricerca di un sollievo al dolore :
era veramente stanca,
e il peso del bambino le procurava forti crampi.

Ormai il tempo stava per finire,
e lei,
inesperta,
ascoltava vigile i segnali del suo corpo,
per capire quando sarebbe stato il momento.

Nessuno può preparare una donna
all’arrivo di una doglia,
e l’attesa del parto
è colma di speranze e di paura.

La vita e la morte
accompagnano la puerpera
nel miracolo più grande,
e l’esperienza lascia il posto all’istinto,
facendosene guidare.

Così la ragazza,
in un primo momento aveva cercato
di interpretare ciò che le accadeva
attraverso tabelle,
annotando scrupolosamente di ogni contrazione,
intensità e frequenza.

Poi,
una mattina,
sentì un dolore acuto,
improvviso e penetrante,
cui seguì un bisogno di spingere,
e fu così che la natura le indicò che era ora….

Si recò in ospedale contenta,
e affidandosi alle ostetriche del reparto
cominciò il suo travaglio…..

Salì e discese scale su scale,
camminando ed ancora camminando,
mentre le contrazioni si facevano sempre più ravvicinate,

e lei era contenta,
parlava al telefono,
si concentrava sulla respirazione.

E la natura, la meravigliosa natura,
produceva endorfine che mitigavano il dolore delle contrazioni.

Poi il travaglio si bloccò,
ed allora ebbe paura,
perché le avrebbero accelerato le doglie.

Pensò al presente,
al passato ed al futuro,
e si raccomandò con il marito
che pensasse lui al bimbo
se le fosse successo qualcosa.

Poi,
affidandosi al destino,
si mise in mano alle ostetriche
e riprese a lottare.

Non fu una fiaba,
chè i dolori eran forti,
e l’utero non voleva stare in posizione e rischiava di lacerarsi.

Ma non importava,
Francesco arrivava,
e bisognava darsi da fare perché avvenisse senza traumi.

Così la giovinetta,
ansiosa per natura,
ma stranamente calma in quelle ore,
immaginava d’essere su una barca in una spelonca :

dalla barca vedeva la luce alla fine della grotta,
e,
ad ogni contrazione,
assecondava l’alta marea che sommergeva l'antro sommerso,
e remava verso l’uscita.

Le ruppero le acque
e lei,
da diligente scolara,
si informò con le infermiere
quanto sarebbe durata la fase espulsiva.

Ma nel suo caso,
il momento decisivo era già arrivato.

Così,
quando la portarono correndo in sala parto,
chè il bimbo aveva fretta di nascere,
e già spingeva per uscire,
un’Elena spaventata
cercò di capire che succedeva.

E sgomenta e terrorizzata urlò :

Aiuto….mi sto spaccando in due !!!!!

Ma non sapeva
che in quel momento
era solo una comprimaria
del grande miracolo della vita.

Perché, dovete sapere,
amici miei,
che la meravigliosa natura
fa sì
che al momento in cui il bambino
deve lasciare il corpo
che lo ha amorevolmente accolto per 9 mesi,
le ossa del bacino della madre
si scostino allargandosi,
permettendo alla testolina di uscire più facilmente.

Così avvenne,
e qualche secondo dopo
il pianto di un neonato risuonò per la stanza.

Troppo occupata a razionalizzare
Elena
non si lasciò andare alle emozioni,
ma ascoltò avida i medici,
mentre osservando il bimbo
gli attribuivano il primo voto della sua vita :
il punteggio Apgar.

Rassicurata da ciò che sentì
si concentrò su se stessa :
ancora non era finita,
toccava far la brava per finire il parto,
mancava ancora la placenta.

Non fu un suonar di campane a festa
nei giorni seguenti,
chè la stanchezza era tanta,
e per troppo tempo
la ragazza aveva nascosto
persino a se stessa,
nel tentativo di placar l'ansia,
le paure,
e le speranze,
legate all’esser madre.

Così,
per qualche giorno,
fu come se un manto di neve
avesse sommerso i suoi pensieri,
facendola cadere in una sorta di torpore,
quasi anestetizzandola,
lei, inesperta e ignara,
del suo nuovo ruolo.

Poi una mattina
il bimbo non le fu portato
come al solito,
per allattarlo,
ma fu chiamata in reparto…

Le parlarono di ittero,
malattia a lei sconosciuta,
anzi no, un ricordo vecchio di anni
che le riportò alla mente paure irrazionali.

E mentre il medico spiegava,
a un certo punto lei non ascoltò più….

Non era importante ciò che il bimbo aveva…

l’unica cosa a cui continuava a pensare
era che le era intollerabile
che quella minuscola creaturina,
provasse una minima sofferenza.

Fu come
se la coltre di neve fosse stata spazzata
da una diga di lava rovente
i cui argini
si erano improvvisamente spezzati.

Avrebbe voluto urlare,
avrebbe voluto non sentirsi così …..

…..vulnerabile…..

Ebbe paura....

Perché

anche se ci metti
tutto l’amore e la dedizione del mondo,
purtroppo non puoi evitare ad un figlio
il dolore e le delusioni
che fanno parte della vita.

Pianse,
pianse a lungo,
non un giorno,
ma due o tre,
perché capì che da quel giorno
Valeria non sarebbe stata più solo Valeria,
ma una parte della sua anima
sarebbe stata indissolubilmente legata ad un'altra anima,
che pareva già con un caratterino,
a giudicare dal modo in cui aveva interagito nel grembo materno….

E si sentì fortunata…..






9 commenti:

  1. Ogni nascita è un evento a sè stante con il carico emotivo che si porta dietro...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vero, ed ogni nascita è un nuovo inizio, ed una nuova fine.
      Forse è il mistero più grande che esista.....

      Elimina
  2. Cara Valeria ognuna di noi si porta strette nel cuore le emozioni di quel giorno...indimenticabili emozioni. Auguri alla mamma e al piccolo grande Francesco!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Tina, sei sempre affettuosa.
      È vero, ogni nascita è una piccola storia, ed un vortice di emozioni.
      Un abbraccio grande alla tua stupenda bimba, riferiró gli auguri a Francesco 😃

      Elimina
  3. Francesco ha una persona speciale per Mamma...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Troppo buono, solo sono una persona affascinata dalla vita e dalle sue sfumature.
      Ed è bello coglierle e trasformarle in lingue e linguaggi dell'anima.
      Ti fa sentire vivo, ti dà speranza. Ti fa sentire invincibile ...

      Elimina
  4. so cosa significa l'ho provato due volte in due modi diversi : in quel momento cresci e non sei più quella di prima e capisci che sarà per sempre. Ciao Maria anonimo del post precedente

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Maria, Elena è il nome del personaggio della storia, che si svela alla fine....perchè Valeria è il mio nome, sono io !
      :)
      sì, è vero, dopo essere diventati genitori non si può esser più quelli di prima ;-)

      Elimina

Benvenuto nel mio blog !
Lascia un commento, sarò lieta di ascoltare la tua opinione, e ti sarò grata se mi lascerai un nome, così capirò chi mi ha scritto.
Grazie e...buona lettura !