Quand'ero bambina,
ho avuto una grande fortuna
:
andare nel mare più bello del mondo.
Ogni estate i miei genitori,
ed insieme i fratelli di mia mamma,
zia Teresa
zia Teresa
e zio Lello,
prendevano in affitto una casetta ciascuno,
i primi anni di fronte al mare,
e passavamo ore serene sulla riva,
su quelli che consideravamo
"i nostri scogli",
quelli di Punta Regilione,
a Marina di Modica.
Quella piccola insenatura incontaminata e selvaggia,
dove,
fino agli anni '90
mio padre tuffandosi riusciva a prendere qualche polpo ;
dove,
fino agli anni '80,
fu il posto in cui io ed i miei cugini passammo ore spensierate,
ai tempi in cui non eravamo ancora sparsi qua e là per l'Italia,
ed estate significava una grande famiglia riunita.
Crescendo l'avremmo poi rimpianti,
quei posti,
e non ci sarebbe stato un mare mai più uguale,
perchè allora non chiedevamo niente alla vita,
se non qualche evento speciale
che ci mettesse un pò al centro dell'attenzione.
Ho cercato invano una mia foto di quei momenti,
ma ciò che cerco è a casa, in Sicilia,
perciò proverò a descrivervi l'immagine che ho in mente....
Eravamo una combriccola piuttosto variegata,
io ed i miei cugini
:
Mariella,
la più grande,
sposatasi presto e allora con una bimba, Gloria,
la nipote più piccina,
la ricordo di pochi mesi a pianger la notte....
Lei,
tra tutti,
forse si sarebbe rivelata la più assennata.
Di certo la più forte,
una quercia robusta a cui tutti,
dal marito alla madre,
si sarebbero aggrappati nei momenti di tempesta.
Il capitano della barca,
colei che non chiede mai e c'è per tutti,
una colonna portante,
colei che in silenzio affrontava le prove della vita.
Poi Vito,
che a tempi di cui narro era adolescente,
e ospitava spesso amici
che arrivavano dal nostro paese,
dopo aver percorso quella che allora ci pareva una strada interminabile : la Catania-Ragusa.
A seguire Raffaela,
la tedesca del gruppo,
responsabile, un pò folle, ma sempre consapevole,
colei che ha messo al mondo le uniche due persone che,
pur essendo stati bambini,
dei bambini non hanno mai avuto le controindicazioni
:
Delia e Matteo,
li ho adorati sin da quando sono nati.
Raffaela avrebbe trovato presto la sua anima gemella
in Giuseppe,
e avrebbero formato una delle coppie più belle che conosco,
perchè la loro unione è fondata sul rispetto e sulla condivisione reciproca.
Tant'è che pure Giuseppe,
in breve tempo aveva capito che per la famiglia Tartaglia
mare significava un unico luogo.
Completavano la compagnia
:
mia sorella,
la buffona del gruppo,
capace di far ridere tutta la famiglia ;
Peppe,
il nipote più piccolo,
pestifero, ruffiano,
e perennemente malato,
ancora oggi se voglio avere notizie su qualche malanno
chiamo mia zia,
tanto lui è sicuro che se l'è beccato.
Poi i due Luigi,
il grande,
introverso,
schivo,
un provocatore nato,
ma che sotto la sua scorza nasconde un cuore
che pochi hanno così grande
( e mò mi mena perchè l'ho nominato ) ;
ed il piccolo,
quello pratico sin da bambino,
lo sbriga-faccende della famiglia.
E poi c'ero io....
già,
io.....
In quella famosa foto
che giace in un cassetto a 900 km di distanza,
si vede una bimbetta di 10-12 anni,
con un fisico precocemente sviluppato
in cui mi sentivo perennemente a disagio,
ed un senso evidente di inadeguatezza e goffaggine.
E la testa perennemente in aria
a pensare e fantasticare,
aspettando qualcosa che mi facesse sentire speciale...
Una domenica d'estate di quegli anni,
quella ragazza non ancora cresciuta
per un momento si sentì...speciale.
Erano arrivati un venerdì pomeriggio,
con l'aria spensierata
e la voglia di passare un ferragosto diverso al mare.
Tra loro,
una coppia di sposini freschi di matrimonio,
e cinque o sei ragazzi che l'accompagnavano,
per venire a trovare mio cugino Vito.
Avranno avuto non so,18 anni d'età,
e la voglia di viver la vita così,
senza troppi problemi.
Tant'è che non avevano pensato a prenotare
da nessuna parte.
Quando arrivava qualcuno a trovarci,
in un certo senso era come se fosse ospitato da tutti,
così,
quando al sabato mio padre chiese :
"Dove avete dormito, stanotte ? "
Valerio,
il più scanzonato e ridente di tutti,
rispose
:
"Zio Giacinto,
abbiamo dormito al Grand'Hotel Là fuor,
albergo mille stelle ",
e scoprimmo che avevano dormito in un parcheggio a pagamento,
sotto le stelle.
Dopo di che,
con una rapida consultazione,
la zia Franca, mia madre,
lo zio Giacinto, mio padre,
e la zia Teresa,
decisero che,
non avendo di meglio da offrire,
i ragazzi avrebbero potuto arrangiarsi alla meglio nel nostro garage,
su dei lettini gonfiabili.
Nei giorni che seguirono
passarono molto tempo con la nostra famiglia,
e se tra loro c'era qualcuno che, ovviamente,
cercava la relazione estiva,
mi sembrò che altri vivessero diversamente quei giorni,
in modo tranquillo e leggero
come una fresca brezza estiva.
Fatto sta che l'attenzione
che Gaetano e Valerio rivolgevano a noi bambini,
trattandoci come se ci conoscessimo da sempre,
facendoci sentire non su un piano inferiore,
ma quasi pari,
beh, mi rinfrancò e mi scaldò il cuore,
e quelle dolci premure da amici più grandi
non le ho più dimenticate.
Un destino crudele ha accomunato questi due amici,
Gaetano morto precocemente per un male al fegato,
dopo aver lottato per anni,
col supporto della moglie e delle sue bambine.
E Valerio,
il dolce e loquace Valerio,
quello con la battuta sempre pronta,
sempre bravo a scherzare e a sdrammatizzare ciò che gli accadeva,
se ne andò un giorno di novembre
durante l'alluvione disastrosa di Varallo Sesia.
Troppo presto questi due angeli resero l'anima a Dio,
proprio nel momento in cui, crescendo,
diventavano adulti e realizzavano ciò che volevano diventare.
Quanto a me,
ogni tanto,
pensando alle mie estati di quand'ero bambina,
sorrido, chiudo gli occhi e mi si scalda il cuore,
pensando al Grand Hotel Mille Stelle,
e all'ora in cui la vita sembrava un'avventura,
e chiedevamo poco per esser felici,
forse perchè l'essenziale lo avevamo già.
Ho cercato invano una mia foto di quei momenti,
ma ciò che cerco è a casa, in Sicilia,
perciò proverò a descrivervi l'immagine che ho in mente....
Eravamo una combriccola piuttosto variegata,
io ed i miei cugini
:
Mariella,
la più grande,
sposatasi presto e allora con una bimba, Gloria,
la nipote più piccina,
la ricordo di pochi mesi a pianger la notte....
Lei,
tra tutti,
forse si sarebbe rivelata la più assennata.
Di certo la più forte,
una quercia robusta a cui tutti,
dal marito alla madre,
si sarebbero aggrappati nei momenti di tempesta.
Il capitano della barca,
colei che non chiede mai e c'è per tutti,
una colonna portante,
colei che in silenzio affrontava le prove della vita.
Poi Vito,
che a tempi di cui narro era adolescente,
e ospitava spesso amici
che arrivavano dal nostro paese,
dopo aver percorso quella che allora ci pareva una strada interminabile : la Catania-Ragusa.
A seguire Raffaela,
la tedesca del gruppo,
responsabile, un pò folle, ma sempre consapevole,
colei che ha messo al mondo le uniche due persone che,
pur essendo stati bambini,
dei bambini non hanno mai avuto le controindicazioni
:
Delia e Matteo,
li ho adorati sin da quando sono nati.
Raffaela avrebbe trovato presto la sua anima gemella
in Giuseppe,
e avrebbero formato una delle coppie più belle che conosco,
perchè la loro unione è fondata sul rispetto e sulla condivisione reciproca.
Tant'è che pure Giuseppe,
in breve tempo aveva capito che per la famiglia Tartaglia
mare significava un unico luogo.
Completavano la compagnia
:
mia sorella,
la buffona del gruppo,
capace di far ridere tutta la famiglia ;
Peppe,
il nipote più piccolo,
pestifero, ruffiano,
e perennemente malato,
ancora oggi se voglio avere notizie su qualche malanno
chiamo mia zia,
tanto lui è sicuro che se l'è beccato.
Poi i due Luigi,
il grande,
introverso,
schivo,
un provocatore nato,
ma che sotto la sua scorza nasconde un cuore
che pochi hanno così grande
( e mò mi mena perchè l'ho nominato ) ;
ed il piccolo,
quello pratico sin da bambino,
lo sbriga-faccende della famiglia.
E poi c'ero io....
già,
io.....
In quella famosa foto
che giace in un cassetto a 900 km di distanza,
si vede una bimbetta di 10-12 anni,
con un fisico precocemente sviluppato
in cui mi sentivo perennemente a disagio,
ed un senso evidente di inadeguatezza e goffaggine.
E la testa perennemente in aria
a pensare e fantasticare,
aspettando qualcosa che mi facesse sentire speciale...
Una domenica d'estate di quegli anni,
quella ragazza non ancora cresciuta
per un momento si sentì...speciale.
Erano arrivati un venerdì pomeriggio,
con l'aria spensierata
e la voglia di passare un ferragosto diverso al mare.
Tra loro,
una coppia di sposini freschi di matrimonio,
e cinque o sei ragazzi che l'accompagnavano,
per venire a trovare mio cugino Vito.
Avranno avuto non so,18 anni d'età,
e la voglia di viver la vita così,
senza troppi problemi.
Tant'è che non avevano pensato a prenotare
da nessuna parte.
Quando arrivava qualcuno a trovarci,
in un certo senso era come se fosse ospitato da tutti,
così,
quando al sabato mio padre chiese :
"Dove avete dormito, stanotte ? "
Valerio,
il più scanzonato e ridente di tutti,
rispose
:
"Zio Giacinto,
abbiamo dormito al Grand'Hotel Là fuor,
albergo mille stelle ",
e scoprimmo che avevano dormito in un parcheggio a pagamento,
sotto le stelle.
Dopo di che,
con una rapida consultazione,
la zia Franca, mia madre,
lo zio Giacinto, mio padre,
e la zia Teresa,
decisero che,
non avendo di meglio da offrire,
i ragazzi avrebbero potuto arrangiarsi alla meglio nel nostro garage,
su dei lettini gonfiabili.
Nei giorni che seguirono
passarono molto tempo con la nostra famiglia,
e se tra loro c'era qualcuno che, ovviamente,
cercava la relazione estiva,
mi sembrò che altri vivessero diversamente quei giorni,
in modo tranquillo e leggero
come una fresca brezza estiva.
Fatto sta che l'attenzione
che Gaetano e Valerio rivolgevano a noi bambini,
trattandoci come se ci conoscessimo da sempre,
facendoci sentire non su un piano inferiore,
ma quasi pari,
beh, mi rinfrancò e mi scaldò il cuore,
e quelle dolci premure da amici più grandi
non le ho più dimenticate.
Un destino crudele ha accomunato questi due amici,
Gaetano morto precocemente per un male al fegato,
dopo aver lottato per anni,
col supporto della moglie e delle sue bambine.
E Valerio,
il dolce e loquace Valerio,
quello con la battuta sempre pronta,
sempre bravo a scherzare e a sdrammatizzare ciò che gli accadeva,
se ne andò un giorno di novembre
durante l'alluvione disastrosa di Varallo Sesia.
Troppo presto questi due angeli resero l'anima a Dio,
proprio nel momento in cui, crescendo,
diventavano adulti e realizzavano ciò che volevano diventare.
Quanto a me,
ogni tanto,
pensando alle mie estati di quand'ero bambina,
sorrido, chiudo gli occhi e mi si scalda il cuore,
pensando al Grand Hotel Mille Stelle,
e all'ora in cui la vita sembrava un'avventura,
e chiedevamo poco per esser felici,
forse perchè l'essenziale lo avevamo già.
Che nostalgia!
RispondiEliminaChi sei dei nominati ? Elena ?
EliminaIo non lo trovo nostalgico...cioè...non ci ho letto solo questo....E' un guardare indietro per rivedere un pezzo di quella vita che appartiene al passato, ma che ha creato il futuro. Quei legami,quelle emozioni,quel condividere esperienze con persone alle quali sei legato,ha creato il terreno dove affondano le radici della donna che è cresciuta diventando forte,consapevole che poco ma buono rende liberi e felici.....
RispondiEliminaCredo proprio che a fare il commento di su sia stata mia sorella, per lei, come per me d'altro canto, questa storia ci ha riportato ad un pezzo d'infanzia che ci manca molto.
EliminaPer quanto riguarda il racconto, invece, hai fatto un resoconto bellissimo di ciò che volevo esprimere.
Merci beaucoup ! <3