sabato 11 giugno 2016

I FIGLI DEGLI ALTRI

...E poi li guardi crescere,
i figli degli altri.
I figli dei tuoi amici, i compagni di scuola di tuo figlio, i suoi compagni di squadra.
E pian piano il loro sorriso diventa anche il tuo. E se si fanno male ti preoccupi per loro.
E se qualcuno è bocciato, ti dispiace.


 E ogni anno li vedi cambiare, magari han cambiato gruppo o classe , magari non frequentano più tuo figlio, ma quando li osservi, ometti e signorine già fatti, li vedi ridere, li vedi cambiare e aprirsi alla vita, ti si stringe il cuore, ti emozioni.


 E pensi alle altre mamme, per cui tuo figlio è stato il figlio degli altri.
E mentalmente le ringrazi per esser state parte della vita del tuo.


10/06/2016

UN GIORNO, PER CASO, METTI UN PAPÀ, UN BAMBINO E UNA LEZIONE UNIVERSALE


 ... e poi vai al supermercato, e ti commuovi fino alle lacrime, davanti a un padre che parla al suo bambino di due anni, e con una naturalezza e una gioia mai viste, gli insegna a trattare "l'altro" come fosse se stesso. A prescindere da sesso, razza, e numero di cromosomi. "Vedi, Andrea?- gli dice sorridendo il padre- lei è Rosa. Saluta Rosa, fà ciao con la manina."
Il bimbo ride, e Rosa ride felice e abbraccia il bambino. "Hai fame, Andrea ?" domanda Rosa- lo vuoi un biscottino?"
E il padre spiega : "È piccolo Andrea e non può mangiarlo quello, la sua mamma gli compra quello per lui, senza lattosio."
"Allora forse ha sete !" risponde pensierosa Rosa. "Andrea, che dici, hai sete ?", chiede il papà al bambino. Andrea fa cenno di sì con la testolina, ride di nuovo, e papà prende la bottiglietta e la porge a Rosa: "Tieni, dagli da bere."
Un sorriso splendente illumina il viso di Rosa, e con amore e delicatezza senza pari, aiuta Andrea a bere, che sorride ancora, e ancora.
Son passati dieci minuti, finalmente il turno di essere serviti dal salumiere è arrivato, mamma e papà chiamano : "Rosa, saluta, è tempo di andare !"
Rosa saluta, battendo le manine, e prima di andare porge un ultimo tenero bacio ad Andrea, che le ride ancora.
Io, in fila dal salumiere che assisto alla scena, la guardo andar via, e mi commuovo, fino a non riuscir a trattenere qualche lacrima.
Rosa è una ragazza down. Ma nessuno in questa storia se ne è accorto.
Non il papà, che ha insegnato al figlio la più grande delle lezioni: che siamo tutti uguali. E non esiste paura, nè indifferenza, nè pietismo, nè ipocrisia, nè finta gentilezza. Esiste la condivisione della parte migliore della nostra umanità.
Nè se n'è accorto Andrea, che in quegli occhioni azzurri riflette tutta la felicità del mondo, perché la vita, per lui, per fortuna è ancora un gioco, e con un papà così impari che dobbiamo giocare tutti sullo stesso piano. E gli altri vanno visti come risorse, non come metri di paragone per prevaricare o affermare che noi siamo più bravi.
Non me ne sono accorta io, che in tanti anni mai avevo visto un modo tanto naturale e delicato di superare le diversità.
Ho ringraziato il papà di quel che oggi m'ha insegnato, e di ciò che insegna ogni giorno a suo figlio. Lui mi ha guardato meravigliato : non ho fatto nulla di particolare- ha detto.
No invece, ho risposto, il tuo modo di mostrare il mondo a tuo figlio è tutt'altro che scontato.
La civiltà si impara dai piccoli gesti, e se ognuno di noi ne facesse uno, forse il mondo sarebbe migliore.

Buona serata gente !
Affettuosamente vostra,
Donna Iacinta