mercoledì 8 luglio 2015

LA VERA STORIA DELL'AURORA BOREALE

Dicono che l'Amore si manifesti in forme inaspettate... che quando meno te lo immagini, lascia intorno a te, tracce così profonde da testimoniare la perfezione della Natura.

Si chiamava Aurora, ed era nata una notte d'inverno sotto le stelle, mentre un vento impetuoso piegava le fronde dei pini a Est della Terra dei salici erranti, oltre gli arcobaleni multiforme.
E quando finalmente la piccola fata con un vagito ebbe respirato il suo primo soffio di vita qui sulla Terra, le stelle di Orione salutaron la nascitura, brillando in una danza intermittente come in una lingua universale, e all'altro capo del cielo, Giove fece uguale. 
Poi, d'improvviso, accadde una cosa strana : fu come se il tempo si fosse fermato, e le forze della Natura si piegassero ad una forza superiore.
"Questa bimba è speciale ! " - sentenziò commossa e un pò preoccupata la Fata Madrina, che era accorsa a rendere omaggio alla nuova nata .
"Occorrerà guidarla, affinchè riesca a gestire questa sua forza, senza farsi male ."
Ma il concetto di "guida" non apparteneva alla fanciulla, che crebbe testarda e solitaria, disperazione delle Fate più anziane.
Sin da piccola iniziò a parlare col vento, che la sollevava e la faceva volare attraverso il prato delle rose della memoria, su, fino alla Collina senza tempo, dove cielo e terra si fondevano per diventare tutt'uno per formare un nuovo orizzonte.
E anche la luce sembrava obbedirle, passando veloce dall'alba al tramonto, in un'atmosfera surreale.

Passarono gli anni, e fu il tempo dell'età di mezzo, il momento in cui l'infanzia lascia il posto all'età adulta.
Il rituale delle fate prevede che la giovinetta debba mostrare di saper gestire i propri poteri, e per imparare a farlo meglio, fu deciso che la fatina dovesse compiere un viaggio. Per bagaglio le furon dati la sola empatia e un paio di occhiali da sole, e la fatina iniziò la sua nuova avventura.
Gli occhiali, lo san tutti a cosa servon davvero, lo sanno anche i bambini : a poter pianger ovunque senza problemi, ogni volta che ci si sente perduti, ed il respiro del vento si è fermato.
Quanto all'empatia.... era prodigioso vedere come, la bimba, riuscisse a comunicare con ogni essere vivente, scorgendone in sè la parte più profonda e vera. Ed ogni creatura che la incontrava, rimaneva talmente colpito dalla luce serena che il volto della fata emanava, da avvertire in sè un cambiamento interiore, come se fosse stato sfiorato da un angelo rivestito di luce.
U
n mattino, percorrendo la Valle dei ranuncoli solitari, che, più a Ovest, conduceva alla Montagna dal Picco Inesplorato (nome provvisorio, si sa, perchè sarebbe potuto arrivare, da un istante all'altro, un esploratore coraggioso a rivendicare un primato inaspettato), la fatina avvertì di essere osservata.
All'inizio non capì chi, o cosa, la stesse guardando. Continuò allora a camminare con fare tranquillo, fino a che, di botto, si girò indietro, e fu allora che lo vide : un folletto che con aria sorniona e birichina, la osservava nascosto dietro un cespuglio di more selvatiche, sparse qua e là.La Natura era il suo regno, te ne accorgevi dal modo che aveva di passar veloce da un cespuglio all'altro, lasciando dietro sè odor d'erba bagnata, come di terra dopo un temporale. - HEY TU ! - chiamò la fatina.
Ma il folletto si dileguò seduta stante. Non prima di aver lanciato in sua direzione, una cesta colma di mela-fràgola croccante. E d'aver omaggiato la bambina, con una boccaccia tale che vento e luce, aizzati dalla fatina arrabbiata, scatenaron un temporale tale che, per un attimo, sembrò che la Valle fosse un mare in tempesta.

Altre volte Aurora lo incrociò sul suo cammino : ad esempio a Città del senso perduto, o sul Lago dell'amore ritrovato.E ogni volta, il folletto con aria insolente la prendeva a boccacce, e poi le faceva trovar provviste e cibi celestiali. Tanto che una volta, per la rabbia, Aurora si sfilò dal naso gli Occhiali del Pianto Al Sicuro, e mentre glieli lanciava, però, si accorse che qualcosa non tornava :
riflessa nell'acqua del lago di diamanti, v'era la figura del folletto insolente, ma....che strano ! Sembrava più grande, assomigliava a un ragazzo incontrato in un giorno lontano.
Fu così che la fatina si sovvenne, d'aver conosciuto quel fanciullo nei suoi sogni. Provò a chiamarlo, ma la figura scomparve d'improvviso.
Allora, disperata, la fatina capì che non aveva riconosciuto il vero amore.
Il suo cuore cominciò a battere al suono di mille tamburi.
Le sue gambe tremarono, e un nodo allo stomaco le aggrovigliò le viscere. Lampi di luce accecarono il cielo, mentre un vento violento sembrò portar via le stelle. Persino il tempo si fermò, e intenerito, il cielo come un manto coprì le spalle della ragazza che aveva perso il suo primo amore.
Fu straziante e tale, il modo in cui la fatina diede sfogo al suo dolore, che, mentre la bimba, piegata sulle ginocchia, singhiozzava chiamando colui che amava, persino Madre Terra s'intenerì, e quando una lacrima giunse alfine a toccare il suolo.... MERAVIGLIA !
Un'esplosione di colori inondò il cielo, come se fosse stato invaso da energia pura.
E lo spettacolo fu visto fino al regno delle Fate.
"Cos'è questa ? " domandò la Fata Madrina alla Regina.
"Si chiama Aurora"- rispose la Regina - "Ed è il modo in cui il Cielo ricorda agli uomini la magia dell'Amore Vero."

Quindi, la prossima volta che guardate un'Aurora Boreale, osservatela bene : in essa potreste riconoscere l'energia di un amore che nasce e muore, e nel farlo, lascia dietro di sè tracce che illuminano il mondo intero.
Buonanotte.....

"space-station-above-aurora-borealis Scattata from Iss dall'exp 32"


Aurora from Iss
Credits : Nasa