sabato 28 giugno 2014

Ultime dal cielo : sognando di andare oltre l’orizzonte….


Premessa

Poco tempo fa, decisi di tentare un colloquio per la collaborazione ad un blog.
Mi fu chiesto un brano di prova.
Avevo poco tempo a disposizione e mi serviva un argomento di attualità che conoscessi abbastanza bene.
La scelta non poteva che cadere su di lui : colui che in quest'ultimo anno, senza rendersene conto, ha spronato la mia fantasia verso l'infinito e oltre.
Alla fine il brano è piaciuto. Tanto da assicurarmi la collaborazione, che poi, per altri motivi, non si è concretizzata.
E visto che nello scriverlo mi sono emozionata, che in esso c'è un po' di me, e che non mi piace tenere i miei scritti nel cassetto, eccovelo :
 
Ultime dal cielo : sognando di andare oltre l’orizzonte….

 
Vi siete mai soffermati a guardare l’orizzonte ? Oh sì che l'avrete fatto.
Magari in un giorno di inizio primavera, quando all'alba le rondini cominciano a librarsi su nel cielo e volano di nido in nido, in una frenetica e armoniosa danza di rinascita.
O in un cupo pomeriggio d'inverno, osservando preoccupati i nuvoloni che si stagliano innanzi a voi.

Oppure in una notte d'estate... quando a naso in su avete cercato le stelle cadenti, ed in esse avete riposto tutti i vostri sogni e desideri nascosti.

Beh amici miei, io, in una notte d'estate di quasi un anno fa, ho imparato che oltre l’orizzonte c’è molto di più.

La “colpa” è tutta di un giovane nostro connazionale, di professione astronauta e Maggiore dell’Aereonautica Italiana, che risponde al nome di Luca Parmitano, ma è conosciuto in tutto il mondo col nome di @astro_luca, dal suo nick su twitter.
Proprio dai social media, mentre era in missione sulla Stazione Spaziale Internazionale, ha regalato alla gente comune la possibilità di comprendere e condividere un frammento del suo sogno, pubblicando le meravigliose foto del nostro pianeta, visto dallo Spazio.

Ma se credete che la peculiarità delle foto di @astro_luca sia solo nella bellezza e nella particolare visuale dell’immagine, vi sbagliate di grosso.

Questo vulcanico e solare giovane uomo , portatore sano di un ottimismo e di uno stupore per la vita che avrebbe fatto felice Antoine De Saint-Exupéry, autore de “Il Piccolo Principe”, ci ha regalato molto di più…. ci ha presi per mano, e ci ha restituito la voglia ed il piacere di riconoscere la perfezione che è intorno a noi, e che spesso dimentichiamo.

E, attraverso le parole che accompagnano le sue foto, che lungi dall’essere mere didascalie, rappresentano invece la sua interpretazione della realtà vista da un punto di osservazione straordinario, lontano 400 km dalla Terra, ha fermato il tempo in attimi eterni di poesia, perché in esse vien fuori ciò che mai nessun obiettivo fotografico potrà mai cogliere : il suo amore per la vita.
Ed attraverso i suoi scritti, che trasudano la voglia di imparare, non temendo di mettersi in gioco, ci ha insegnato a rivalutare l’orizzonte.
E ad osservarlo non come il punto di fusione tra cielo e Terra, ma come punto di partenza per andare oltre.
Oltre i nostri limiti, oltre le nostre paure, oltre ciò che ci appare scontato.
Perché oltre l’orizzonte, lassù, da qualche parte, oltre le nubi, c’è il nostro arcobaleno, ci sono i nostri sogni.
E anche se a volte non li vediamo, e ci sembrano irraggiungibili, ciò che conta è quel che il cammino che percorriamo ci lascia dentro, ed il modo in cui lo affrontiamo.

Per questo, da qualche mese a questa parte, quando guardo il cielo e le nuvole, non mi sembrano più piatte, ma le percepisco come tridimensionali… perché so, che se mi impegno nelle piccole sfide della vita quotidiana, prima o poi raggiungerò il mio orizzonte.
E sorridendo salterò oltre le nubi verso il mio arcobaleno….


Come mi ha insegnato un amico un po’ speciale, di professione astronauta ;)
 



giovedì 26 giugno 2014

Figli .... capitolo 2 : L'amore sopra ogni cosa

Li avevamo lasciati così :

"Fu così, che nel buio di una notte stellata, l'Assemblea dei bambini erranti, presieduta dal Consiglio dei Bimbi in cammino, stabilì di mandare sulla Terra due delegati, affinché potessero cercare e trovare dei frammenti di stelle, e così dimostrare all'Immenso che gli esseri umani non avevano dimenticato la loro origine dal Cielo.

L'importante incarico fu conferito a Tolmet, la Stella del mattino, come rappresentante più anziana del Consiglio.

Colei, che dall'inizio della storia dell'Umanità, con la sua razionalità aveva vigilato sul viaggio delle anime in cammino, affinché tutto procedesse in modo corretto e senza intoppi.
La sua fredda determinazione avrebbe assicurato alla missione, la necessaria credibilità per convincere Lui che i frammenti di stelle trovati erano autentici, e non fasulli, o peggio, clonati, non sia mai che quelle pesti di esseri umani fossero capaci di inventarsi pure quelli.
E poi, Tolmet era necessaria per tenere a bada quel ciclone dell'altro inviato : Milo. Il capo della Congrega dei cuori in tumulto.
Perchè, dovete sapere, cari amici, che per riconoscere e trovare i frammenti di stelle, non basta usare la razionalità, ma occorre usare un detector di cui tutti gli esseri umani siamo dotati, ma spesso usiamo poco : la capacità di metterci nei panni degli altri.
 
All'alba di un giorno qualunque del Terzo Millennio, come due puntini infinitamente irrilevanti nel continuum spazio-tempo, ma ricoperti di un'immensa responsabilità, Tolmet e Milo giungevano dunque sulla Terra per cambiare la Storia. "

Ed ora.... il seguito della storia.
 
"Ehi, voi due! da dove siete spuntati ? Spostatevi ! Che ci fate lassù ? Scendete subito ! " urlò l'uomo in uniforme a quella giovane coppia che pareva sbucata dal nulla tra le impalcature del nuovo Municipio in costruzione.
-Ecco, lo sapevo- esordì Milo rivolto alla ragazza. -Tu e le tue coordinate spazio-stellari per arrivare sulla Terra! A momenti sbucavo sulla sega elettrica, e poi, altro che missione, frullato di Milo avremmo fatto.-
"Oh, stà zitto per favore ! - replicò Tolmet stizzita- cosa vuoi saperne tu di coordinate ? E' già tanto se riesci a trovarti i piedi, con la gran pancia che ti ritrovi...

Pensiamo invece a metterci al lavoro, il Libro della Vita indicava come punto di partenza l'ospedale qui in città.
E' lì che troveremo il primo frammento di luce."

Il sole cominciava a far capolino tra le case, che pian piano prendevano vita : il borgo si risvegliava.
Tra le strade il profumo di pani e brioches appena sfornate, invadeva l'aere e invitante riportava a golose colazioni. I proprietari dei negozi iniziavano ad alzare le saracinesche, e spazzando innanzi, sistemavano le vetrine, confidando in giornate fruttuose, chè la crisi era arrivata pure lì, e implacabile si faceva sentire.

Milo, con sguardo sognante, osservava ogni cosa, mormorando ad ogni piè sospinto : "E Lui vuole cancellare tutto questo ? Ma perché ? Perché vuole farlo ? "
"Avrai le tue risposte- rispose spiccia Tolmet, che per natura non si perdeva in parole- Affretta il passo, siamo quasi arrivati."


Dietro il crinale di una collina, si ergeva come una piccola fortezza, l'Ospedale del luogo.
Il posto in cui tanti malati, e i loro congiunti con essi, trovavano conforto ai loro malesseri.

Ai piedi della struttura, un prato costantemente rasato, e tante meravigliosi cespugli di roselline nane, ricordavano agli ospiti che non bisogna mai privarsi della gioia della bellezza, anche e soprattutto quando si sta male.

Sul retro, invece, un viale di ciliegi che, con i loro fiori rossastri ricoprivano il terreno, colorava il luogo di una surreale poesia.
Proprio in direzione del viale si stava dirigendo, con fare risoluto, Milo, inseguito da Tolmet che, non riuscendo a stargli dietro, lo minacciava di vendette interplanetarie, non appena fossero tornati in Cielo.
Ma non c'era niente da fare : il frammento di luce era lì, Milo lo aveva sentito appena messo piede nell'ospedale, ne sentiva la presenza come un segugio in presenza di una preda.


Lungo il viale alberato, erano state disposte alcune panchine, per poter godere dello spettacolo dei ciliegi in fiore, e trovar sollievo all'anima.
Milo rallentò il passo e si guardò attorno, presto accompagnato da Tolmet che nel frattempo lo aveva raggiunto : una coppia di fidanzati si teneva per mano, accanto ad una carrozzella su cui prendeva il sole un'anziana signora.

Tolmet fece per avvicinarsi, ma fu bloccata da Milo :
"Non ancora- disse- , non è qua il frammento di luce che stiamo cercando."

La seconda panchina era occupata da un inserviente che, con aria veramente esausta, si stava godendo la sua meritata pausa pranzo.
Tolmet fece cenno a Milo, a chiedere se doveva avvicinarsi.

Ma Milo ancora una volta la bloccò.

Fu la terza panchina che attirò l'attenzione di Milo : ad occupare essa, due anziani, marito e moglie.

Lui in pigiama e vestaglia, era evidentemente un ospite dell'ospedale, mentre la moglie, amorevole, era in visita.
Milo ne fu certo : il frammento di luce, la prima prova da portare a Dio per convincerlo a salvare l'Umanità e interrompere lo sciopero che non avrebbe più mandato sulla Terra i bimbi designati, che sarebbero stati i nuovi nati, proveniva da quella coppia di sposi.

Chiamò Tolmet, e le mormorò : "Adesso sai vero, qual è la procedura, per catturare il riflesso del frammento di luce ? Hai portato la macchina con te ?"
"Questa ?- rispose la ragazza esibendo quella che solo in apparenza era una comune macchinetta fotografica.
"Esatto- sorrise Milo- Adesso non ci resta che premere ON e aspettare - rispose premendo un minuscolo bottoncino posto di fianco alla macchinetta fotografica. Se ho ragione io, ed il frammento di luce si trova qua, sentirà il richiamo della Perfezione, e si paleserà a noi."


Intanto il cielo sembrava essersi oscurato, e nuvoloni neri, portatori di presagi di piogge improvvise, avevano invaso il cielo.
Proprio per questo, l'anziana signora, aveva sistemato sulle spalle del marito un impermeabile, quasi a proteggerlo.
"Dobbiamo andare , tra un poco piove- mormorò lei.
"Ancora un attimo- rispose lui- è talmente bello ! -
Va bene- soggiunse lei sorridendo - ancora un attimo. E così facendo prese tra le sue la mano del marito, martoriata da cannule e flebo, e la accarezzò con tutto l'amore di cui ne fu capace.


Proprio in quel momento cominciò a scendere una minuscola pioggerellina.
E mentre Tolmet spiegava le lunghe ali per ripararsi, Milo gridò : "Guarda, innanzi a noi ! "
La Stella del mattino volse lo sguardo nella direzione indicata da Milo, e rimase senza parole :
una luce sfolgorante proveniva dai due non più giovani sposi.
"Prendi la macchina ! - urlò Milo a Tolmet- Scatta, presto ! " soggiunse.
E così fu, e quel che videro li colpì entrambi : Impresso nel fotogramma catturato dalla macchinetta, un frammento di luce proveniva dal cuore della donna. L'impronta di Dio, la prova che una volta eravamo dèi.


"Ma come .... ? " ripeteva spiazzata la Stella del Mattino.
"Hai visto che avevo ragione ? - rispose ebbro di felicità Milo- i frammenti di luce si trovano solo nei cuori delle persone che mettono l'Amore al di sopra di qualsiasi cosa, pure di se stessi. "


Poi, concentrandosi intensamente, disse ad alta voce :

" Qui Milo a Consiglio dei Bimbi in cammino : Prima prova raccolta, abbiamo il primo frammento di luce, ve ne invio l'immagine" , e premendo il tastino della macchina fotografica, il cielo buio sotto il quale si stava svolgendo l'Assemblea dei Bambini Erranti, all'improvviso fu illuminato .

L'assemblea scoppiò in un applauso fragoroso, e la piccola Lallaplum gridò : "Ma allora possiamo farcela ! Possiamo convincerlo a cambiare idea ed a mandarci di nuovo sulla Terra..."
"Non essere frettolosa- rispose Malmo, cingendola in un abbraccio consolatorio- prima dobbiamo convincerlo che l'Umanità merita di continuare a perpetuarsi."

Poi, concentrandosi intensamente, disse ad alta voce :
"Qui Malmo, Presidente del Consiglio dei Bimbi in cammino. Una sola prova non è sufficiente, continuate la missione, e ricordatevi che il nostro futuro è nelle vostre mani."


E' ora di ripartire- disse Tolmet guardando Milo- Tira su il soprabito, stavolta si vola-
E spiegando le lunghe ali, la Stella del Mattino si rimise in viaggio. Destinazione : la Speranza.
Ma questa è un'altra storia.....


.....continua......

In memoria di Olga... e di tutte le persone che non temono di amare.

mercoledì 25 giugno 2014

Ciak, si gira....




La vita è come un film, e noi ne siamo i protagonisti, più o meno consapevoli, e talvolta pure i registi.
E decidiamo, con un ciak, quando far partire le riprese e quando fermarle.
Più o meno come adesso, che sono le due di notte e dovrei essere già a dormire, e invece sono qui, dinanzi a un pc a provare a raccogliere mille confusi pensieri che si affastellano nella mia mente e mi fanno felice : perché aver qualcosa da dire ti dà un'euforia che è paragonabile al bimbo che aspetta fremendo il gioco preferito.


Così, un pomeriggio passato a sbrigare commissioni, diventa, grazie alla fantasia, un prezioso momento per osservare e scovare attimi da fissare nella memoria e poi sorriderci su.
E adesso chiudete gli occhi un attimo, e pensateci : cosa avete colto in questa giornata ? Comincio io :

Un gatto panzone messo a pancia in su nel vialetto che porta alla biblioteca, uno zainetto colorato di un turchese che ti mette di buonumore. Un'amica al telefono, conosciuta per caso, di cui ormai non potresti più fare a meno.
Tuo padre che decide a 70 e passa anni di smettere di fumare, e tu, a distanza di 900 km, vorresti abbracciarlo per la tenerezza, perché sai quanto può essere difficile per lui.... Ti voglio bene papà ....


Un amico lontano che ti strappa un sorriso, un tizio in macchina che vuole a tutti i costi sorpassarti che ti strappa una parolaccia.
Tu che sbotti come una camionista. E poi ridi di te stessa, mentre coi capelli al vento, mentre guidi ormai sicura pensi : Oddio, da quando guido mi esprimo come una camionista !


La radio che non c'è in macchina, e tu che canti al posto della macchina, ripensando a qualcosa e ridi !
E pensieri in ordine sparso, caotici, affastellati, ma pieni di vita e creatività.


Il senso di indipendenza che ti dà essere riuscita, finalmente, a guidare : oh, su questo potresti scriverci un libro !
E un pomeriggio passato a far mille commissioni, ma pensando anche a te stessa.
Una borsa con una bambolina in rilievo, di cui ti innamori perdutamente, il parcheggio del supermercato stranamente vuoto per la partita dei mondiali.
La possibilità di un nuovo inizio che ti dà nuovi stimoli. E poi...


Chissà perché, a un certo punto, mentre guidi, ti viene in mente quell'immagine che ti era apparsa giorni fa : che la morte non debba essere vista come un passaggio, ma come un momento in cui all'improvviso le comparse si siano fermate nel mezzo di un'azione, perché il regista ha deciso di mettere in standby il film.


Chissà perché ti è venuto in mente.... lo scoprirai, ma non ora.
Perché per oggi il regista del tuo film sei tu, ed hai deciso che il protagonista non starà alla finestra a guardare, almeno per questa volta.

E sulle note di Renato Zero....
Ciak si gira : AZIONE !


60 !
60 racconti !
:D
60 pezzettini del mio cuore,
messi a nudo.
Ma vuoi mettere la soddisfazione nel farlo ?
;)


domenica 8 giugno 2014

Figli... capitolo 1 : Lo sciopero

M51: The Whirlpool Galaxy in Dust and Stars Image Credit: N. Scoville (Caltech), T. Rector (U. Alaska, NOAO) et al., Hubble Heritage Team, NASA


"In quel segnale nel cielo, possiamo rintracciare le nostre origini : Una volta eravamo luce. Poi fummo increspature di temperatura che diventano stelle, materia di galassie... ed infine la vita." *

Una gran confusione regnava, quella notte, tra i bimbi delle anime erranti. S'era sparsa la voce che era iniziato lo sciopero. Il più grande sciopero mai visto sulla faccia della Terra dal tempo dei tempi.
Roba da far impallidire Cobas, sindacati di base, associazioni di categoria e di Stato.

"Forza, fate presto, convocate tutti in assemblea, fate suonare le trombe dei custodi del tempo. Si presentino tutti i designati, qui rischiamo una catastrofe di proporzioni interplanetarie ! " urlò Malmo, che era a capo del Consiglio dei Bimbi in cammino.
Un cielo scuro copriva le stelle, quasi a sottolineare la gravità della situazione, e Melala, la Sacerdotessa della Rimembranza, fu costretta ad accendere il Sacro fuoco della Memoria per rischiarare la notte buia e poter iniziare finalmente l'Assemblea.

Un gran vociare continuava tra i partecipanti alla singolare riunione, che, preoccupati, si scambiavano informazioni sull'accaduto.
"Corre voce che stavolta sia molto arrabbiato..." mormorò Gliùm.
"Io invece ho sentito che ha detto che non cambierà idea" rispose malinconica Raya.
"Silenzio, ascoltatemi tutti ! - disse a gran voce Malmo - Come avete sentito, sembra ormai certo che la sua pazienza sia stata messa abbondantemente alla prova una volta di troppo. Così Lui ha deciso di scioperare."
Ma come scioperare ? - urlarono i bimbi della tribù delle anime erranti- Che vuol dire dunque ? - mormorarono in un'unica voce.
"Vuol dire che ha deciso che d'ora innanzi non ci saranno più viaggi dei bimbi designati. Perchè gli esseri umani non hanno dimostrato di comprendere appieno il significato della parola Condivisione."

Un silenzio raggelato si diffuse tra i componenti dell'Assemblea.... Dunque non ci sarebbero state più anime in cammino dal Cielo alla Terra.
Ed i bimbi designati sarebbero rimasti per sempre nella Pianura dell'incompletezza, sospesi tra ciò che sarebbero potuti divenire, e potenzialità in nuce, che aspettavano invano di poter esprimere la propria essenza di luce.

"Ma deve esserci un modo per fargli cambiare idea ! " - protestò Lallaplum , che era la bimba designata più piccina.
"Non puoi farlo, guarda laggiù- continuò indicando con il dito un puntino sulla Sfera della Consapevolezza - quella donna, che sta guardando le vetrine di accessori per neonati, è la mia mamma. Io sarei dovuta arrivare domani, e lei mi aspetta da tanto tempo. Chi si prenderà cura di lei adesso ? Come farà senza di me ?" pianse disperata la piccina.
"Coraggio, troveremo una soluzione - la confortò Malmo stringendole la manina-
Se solo Lui potesse credere di nuovo, che ne vale ancora la pena.... Lasbrit, Pamlup, Nala.... andate a prendere l'Antico Libro della Vita."
Un silenzio di religioso rispetto si fece largo tra i componenti dell'Assemblea : se si scomodava il Libro della Vita , la situazione era davvero grave.
"Ecco qua - disse pensoso Malmo sfogliando le pagine d'oro del prezioso manoscritto tramandato dalla notte dei tempi e custodito nella Grotta dei riflessi di luce.- Queste sono le parole della sacerdotessa Cassiopea :

"Un tempo eravamo stelle,
finite sulla Terra perchè desiderose di onnipotenza.La superbia fu punita
e noi dimenticammo la nostra essenza di luce.

Ma a volte capita,
nel delirio del non senso quotidiano,
in momenti buoni o in momenti tristi,
capita che nel cercare inconsapevole di avvicinarci alla perfezione,
che dei frammenti di luce emergano
e quelle anime si riconoscano e si ritrovino sorelle,
e le parti sbrilluccicanti che ricordano il momento in cui eravamo dèi,
si compongano in un puzzle di energia positiva
che ci aiuta a rendere più accettabile la nostra perfezione,
e a volerci un pò più di bene.

Un giorno torneremo stelle,
un giorno....
Intanto...
se vedi un chiarore nel buio,
osserva con animo puro...
potresti scorgere un frammento di luce.E' il miracolo della vita.Ed è il miracolo dell'amore."**

"Quindi- suggerì Lasbrit, - ciò che dobbiamo fare è trovare altri frammenti di luce ?" "Esatto- rispose Malmo."
E Lui si convincerà ? "- chiese preoccupata Lallaplum, con un groppo in gola.
"E' l'unica strada che abbiamo. - ribadì deciso Malmo. -

Fu così, che nel buio di una notte stellata, l'Assemblea dei bambini erranti, presieduta dal Consiglio dei Bimbi in cammino, stabilì di mandare sulla Terra due delegati, affinchè potessero cercare e trovare dei frammenti di stelle, e così dimostrare all'Immenso che gli esseri umani non avevano dimenticato la loro origine dal Cielo.
L'importante incarico fu conferito a Tolmet, la Stella del mattino, come rappresentante più anziana del Consiglio.
Colei, che dall'inizio della storia dell'Umanità, con la sua razionalità aveva vigilato sul viaggio delle anime in cammino, affinchè tutto procedesse in modo corretto e senza intoppi.
La sua fredda determinazione avrebbe assicurato alla missione, la necessaria credibilità per convincere Lui che i frammenti di stelle trovati erano autentici, e non fasulli, o peggio, clonati, non sia mai che quelle pesti di esseri umani fossero capaci di inventarsi pure quelli.
E poi, Tolmet era necessaria per tenere a bada quel ciclone dell'altro inviato : Milo. Il capo della Congrega dei cuori in tumulto.
Perchè, dovete sapere, cari amici, che per riconoscere e trovare i frammenti di stelle, non basta usare la razionalità, ma occorre usare un detector di cui tutti gli esseri umani siamo dotati, ma spesso usiamo poco : la capacità di metterci nei panni degli altri.

All'alba di un giorno qualunque del Terzo Millennio, come due puntini infinitamente irrilevanti nel continuum spazio-tempo, ma ricoperti di un'immensa responsabilità, Tolmet e Milo giungevano dunque sulla Terra per cambiare la Storia.
E voi ? Volete sapere che succederà a questo punto ?
Prossimamente su questi schermi il seguito di questa storia.... perchè la fantasia è il viaggio più emozionante che c'è :D



*http://phdcomics.com/comics.php?f=1691
** Una fatina in prova a Terra di Laggiù, Capitolo terzo

domenica 1 giugno 2014

In volo verso l'infinito

 
 
Giulia piegò accuratamente una t-shirt appena stirata.
Raccolse i vestiti buttati disordinatamente nella stanza. Diede una pulita frettolosa al tavolo, riempì la ciotola del cane, sciacquò e stese il maglioncino turchese.
Aprì distrattamente il frigorifero : che avrebbe mangiato quella sera ? In quel momento pure quella incombenza le dava fastidio. Avrebbe voluto dormire. E dormire. E dormire.
E invece si trovava intrappolata in una vita non sua, come un'aliena in mezzo agli umani.
Aprì la porta della stanza da letto : il sole la chiamava alla vita.
 
Spalancò le finestre e chiamò : Etna ! È ora di uscire ! -
Una cucciola scodinzolante fece capolino nella stanza, recando in bocca un fazzoletto appena rubato dalla tasca di un pigiama.
- Cagnolina puzzona ! - disse la ragazza - ho appena pulito la stanza.
Se mi sbrindelli il fazzoletto sul pavimento povera te ! - le disse guardandola con uno sguardo affettuoso.
Buongiorno Signora Rosa - mormorò ad una donna che varcava il portoncino in quel momento.
Aveva perso il compagno della sua vita dopo 50 anni di vita insieme. E non si dava pace, perchè non riusciva più a intravedere il senso della vita.
 
"La vita ha un senso e sono gli adulti a custodirlo- è la bugia universale cui tutti sono costretti a credere."
"Mi chiedo se non sarebbe più semplice insegnare fin da subito ai bambini che la vita è assurda. questo toglierebbe all'infanzia alcuni momenti felici, ma farebbe guadagnare un bel pò di tempo all'adulto", dice Muriel Barbery ne "L'eleganza del riccio".
Ma chissà se era poi vero si chiese Giulia.
 
Aprì la porta di casa della signora White, sarebbe venuta, come sempre, ogni estate, e lei le curava il giardino tenendolo ordinato e sempre pronto a visite inaspettate.
La villetta odorava di mughetto e menta selvatica.
Spesse e pesanti tende coprivano e proteggevano la mobilia della casa, non di valore, ma robusta e solida : una parete attrezzata di noce dominava la stanza, e in un angolo una sedia a dondolo sulla quale era piegata una coperta di patchwork nei colori del rosso e del blu.
Uscendo fuori, dietro il cortile posteriore, una distesa di girasoli faceva bella vista di sè.
Ne prese uno : una coccinella ne aveva fatto il suo punto di ristoro temporaneo. Accarezzò il fiore delicatamente e il piccolo insetto le volò sulla mano, con un impercettibile solletico che la fece sorridere.
Fu richiamata alla realtà dal suono del campanello : Giulia ! - chiamò una voce- sei tu ? -
E subito dopo il signor Giorgio, l'aggiustatutto di casa White fece il suo ingresso nella stanza.
La ragazza gli sorrise affettuosa : quell'uomo era sempre disponibile con tutti, ma la vita era stata ingiusta con lui, privandolo presto della moglie e lasciandolo senza figli.
-Scappo- disse la ragazza- oggi devo andare giù in paese per sbrigare faccende.
 
- Etna ! - chiamò - È ora di andare ! - Al richiamo della padrona, la cagnolina si precipitò nella stanza, non prima però, di saltare addosso al povero signor Giorgio, che fece un ruzzolone e si ritrovò seduto, senza sapere come, sulla sedia a dondolo con la cana pestifera soddisfatta in braccio che lo slinguazzava da capo a piedi.
-Ci rinuncio ! - disse la ragazza arrabbiata - Qualche volta ti mando al canatorio- le fece con aria minacciosa.
Per tutta risposta la cana le si avvicinò con sguardo pietoso, e quando fu sicura che la padrona fosse a portata di tiro, le slinguazzó il viso e corse fuori impunita.
 
Una calda giornata di fine giugno, spargeva implacabile i raggi del sole su paesi e città. Giulia guardò l'orologio : le 2 del pomeriggio.
Doveva sbrigarsi o non avrebbe fatto in tempo a prendere la corriera.
Le chiavi, quelle benedette chiavi, ma dove caspita si andavano a nascondere ogni singola volta, si chiese.
Mannaggia al mio disordine ! Farò tardi ! - pensò arrabbiata.
E fece tardi davvero, chè la corriera partì, e dovette andare a piedi.
E sì che ce la metteva tutta lei, a trovare quel famoso senso alle sue giornate ed alla vita, che, una volta, un famoso scrittore, aveva identificato scherzosamente in un numero : 42. A dire che è inutile scervellarsi, basta cogliere l'attimo.
 
Ma quel giorno un senso di impotenza le stringeva il cuore, e, per quanto lei facesse di tutto per far finta che non esistesse, era lì, lo sapeva.
A crearle un nodo alla gola e a farle mancare il respiro a volte.
Non bastava impegnarsi. Semplicemente non bastava. E per quanto lei si illudesse che fosse diversamente, sapeva benissimo che era così.

Guai poi a mostrare agli altri ciò che avevi nel cuore... la gente si sarebbe infastidita della tua sensibilità. O peggio, ti avrebbe equivocata.
Straziandoti il cuore.
-Così è se vi pare- si ripetè Giulia citando un illustre scrittore siculo, che aveva capito tutto della vita.
E lei aveva deciso di fingere.
Di fingere di non farsi problemi. Di fingere che si interessava di cose frivole e senza importanza.
Di pensare che tutto le andava bene, purchè si evitassero liti e fossero tutti contenti.
E si sarebbe resa il più possibile invisibile. Per non disturbare la quiete del mondo con la sua ingombrante e scomoda presenza.
In fondo andava bene a tutti no ?
Tranne forse che a se stessa.
 
Trattenendo il respiro era riuscita ad arrivare in paese. Quel giorno doveva andare da zia Santa, che in quel momento era in ospedale, per dar da mangiare ai suoi amati gatti.
Aprì lentamente la porta, e nella penombra della casa, minuscoli occhietti spiccarono poco distanti dalla cucina.
- Mia, Teo, c'è la pappa ! - chiamò spalancando le porte del soggiorno per far cambiare l'aria.
La signora Santa era un insegnante di italiano in pensione. Una persona unica ed estremamente rara, di una cultura impressionante, spirito liberale, e carattere peperino.
Giulia la adorava, e quando aveva saputo che era in ospedale si era offerta subito di aiutarla con i gatti.
Quando non ci sarai più mi mancherai- disse a mezzavoce la ragazza mormorandolo alla donna in quel momento lontana ed in fase terminale di un brutto male.
 
In quel mentre Mia e Teo cominciarono a litigare rincorrendosi per casa.
Ora, si dice dei gatti che sono talmente sinuosi da non distruggere nulla in casa pur saltellando ovunque.
Non so se è falso, o se fu semplicemente un caso.
L'unica cosa che so, è che in quel momento il suono di un crash nell'atrio fece preludere inesorabilmente a qualcosa di rotto.

No! urlò la ragazza- ti prego, fa che non abbiano rotto il pastore di Capodimonte di zia Santa- pensò ansiosa la ragazza riascoltando le parole che la donna le aveva detto prima di andare in ospedale : mi raccomando solo la statuetta di zio Carlo, è un ricordo di famiglia che si tramanda di generazione in generazione.

Non le ci volle molto a capire che il suo timore era fondato : nell'atrio la statuetta di Capodimonte di zio Carlo giaceva miseramente in mille pezzi, mentre i due felini discoli si mimetizzavano colpevoli e prudentemente guardinghi sotto una poltrona del salotto.
Giulia voleva urlare, ma non ci riusciva, era come paralizzata.
Raccolse alla meno peggio un pò di cocci, ed andò in bagno a prendere la scopa per sistemare il resto.
 
Fu nella penombra di quella stanza che si accorse che si era tagliata, e che perdeva sangue copiosamente.
- Non ci posso credere - mormorò rabbiosamente stringendo il pugno sanguinante - Mi toccherà pure farmi dare i punti alla mano adesso ! - disse sempre più nervosa.
Mise la mano sotto il getto d'acqua del rubinetto, e in quel momento esatto sentì il nodo in gola sciogliersi, e lo stomaco contorcersi fino a farla vomitare.
Boccheggiò e si portò al limite fino al water, dove vomitò tutta la sua angoscia ed il suo dolore.
Ed urlò. In quella casa vuota e semibuia in cui non poteva sentirla nessuno urlò fino a restare senza voce.
E finalmente si sentì libera.
 
Si guardó allo specchio, mentre provava a sciacquarsi il viso ma non si riconobbe. Dovette fare uno sforzo per capire che ciò che vedeva non era il risultato di qualche allucinazione.
Una meravigliosa creatura si librava in quel momento nella stanza, illuminando l'oscurità con lo scintillio del suo manto.
Lunghe ali per volare in alto si dispiegavano ai suoi lati.
Provò a parlare ... ma non udì parole, solo suoni di melodie.
Una luce azzurra sempre più accecante rischiarò la stanza, e Giulia, sempre più incredula, dovette prendere atto che la fonte di tutto ciò non era all'esterno... era lei !
 
Asimov in un meraviglioso libro, "Neanche gli dei", nel descrivere gli alieni, ne parla come di creature in cui le istanze razionali si fondono con quelle intuitive e quelle paterne, per formare, una volta del tutto sviluppate, un essere completo.
E l'essere complementari delle varie parti di questo individuo, in una chimica che egli descrive in modo mirabolante con una sensualità da far concorrenza ad un romanzo sentimentale, fa sì che le parti mancanti di ogni istanza si incastrino e completino l'altra, creando l'unicità della creatura che rappresentano.
Noi siamo. Per quanti sforzi possiamo fare per celarlo agli altri, ma soprattutto a noi stessi, noi siamo.
 
La creatura fatta di luce si librò in alto, oltre la stanza, viaggiando oltre la velocità della luce in lungo e in largo nello spazio e nel tempo.
Fu come essere investiti di un'energia potente e mai statica, ma sempre in movimento ed in evoluzione.
Giulia, tra lo stupore e l'eccitazione, si abbandonò alla forza che l'avvolgeva, travolgendola di una pace e serenità mai avuta.
Improvvisamente niente importava più, solo trattenere più a lungo possibile le sensazioni meravigliose che stava provando.
D'improvviso, come era iniziato, tutto finì, la luce azzurra lentamente si esaurì e Giulia si guardò allo specchio : era tornata normale.
 
Stupefatta per l'inaudita esperienza, si recò subito in ospedale dalla zia, per raccontarle dell'accaduto.
-Oh zia, mi sembra di impazzire- raccontò tra le lacrime ma felice.
- Che strane allucinazioni ho avuto dunque questo pomeriggio ? - chiese abbracciandola.
- Hai semplicemente visto il potere che la fantasia dà all'anima- rispose la zia guardandola con un sorriso tenero - Non lo sapevi forse che quello del pensiero è il potere più forte che esista ? - proseguì facendole l'occhiolino.
 
Giulia da allora non ebbe più esperienze di questo tipo. Ma imparò che anche nei momenti tristi e bui, noi esseri umani abbiamo delle risorse nascoste che ci permettono di valicare montagne e volare in alto, oltre il tempo e lo spazio, semplicemente lasciandoci andare e affidandoci alla forza della nostra immaginazione.
 
A Santa Navarria, un'amica dei miei genitori, ma anche mia. Che ha lasciato nel mio cuore da cerbiatto impronte di geniale creatività.
Ti voglio bene prof, e sarai sempre con me

Foto di Valeria Ronsivalle